10 novembre, 2007

Davide Napolitano

Tante cose potrebbero dirsi del lavoro di Davide Napolitano;certamente a noi non compete parlarne dal punto di vista tecnico,altri lo hanno fatto in maniera eccellente ,quali lo scrittore Giuseppe Drago,e di recente il poeta Salvatore Cagliola:entrambi hanno scritto delle cose molto belle sull'arte di Davide Napolitano.A noi del circolo Arci "ISKRA" di Pachino,del quale Davide è socio fondatore,interessa oltre l'aspetto artistico, l'aspetto "politico" del suo lavoro, quello che a noi sembra il suo impegno civile attraverso l'arte.Le sue mostre sono per noi occasione per parlare di ambiente.Per capire cio' bisogna spiegare un po' la situazione del nostro territorio.Fino a trent'anni fa la campagna di Pachino era uno splendore,vigneti,uliveti,campi di grano,una terra baciata dal sole,privilegiata da particolari qualità organolettiche che rendeva pregiato qualsiasi prodotto.Da trent'anni a questa parte le politiche agricole adottate hanno avuto impatti scellerati sul paesaggio; l'illusione di uno sviluppo che avrebbe portato ricchezza ha fatto sì che le case di campagna,le masserie ,i palmenti fossero abbandonati,i vigneti fossero estirpati,i campi di grano eliminati a favore di colture in serre,serre che hanno devastato il territorio;ormai al posto del verde abbiamo solo distese di plastica da cui spunta qua e là qualche sparuto ciuffo di albero.A volte facendo delle passeggiate abbiamo l'impressione che ci manchi il respiro.Il fatto è che la ricchezza se c'è stata (solo pochi si sono arricchiti a livello personale - il paese è paralizzato da logiche individualistiche) non si è certamente tradotta in una ricchezza sociale e culturale per il paese.Da due anni si parla di gravi crisi dell'agricoltura a Pachino.Stesso discorso vale per le coste,selvaggiamente cementificate.A Pachino l'idea di turismo sostenibile e di turismo culturale non viene contemplata ma neanche il turismo in sè viene vissuto come una risorsa importante.Ecco la pittura di Davide ci mostra tutto quello che stiamo perdendo.Negli ultimi quattro anni il nostro circolo ha voluto inserire nelle proprie attività culturali le mostre che Davide ha tenuto a Marzamemi ,in estate, e questo non solo per amicizia ma soprattutto per la condivione di tematiche trattate.Appassionato della natura,buon conoscitore di piante e animali della nostra zona,strenuo difensore dell'ambiente e del paesaggio,ecologista della prima ora.La sua è una pittura senza trucchi e senza inganni,del qui e ora,quasi a fermare il tempo.Fedele alla realtà,alla luce del momento (ma mai cartolina)eppure atmosfera irreale ed evocativa.Dirompente e gioioso nei colori:il giallo del grano,il rosso dei papaveri,l'azzurro del cielo ma assorto e solitario nella ricerca dei luoghi da ritrarre.La sua pittura si nutre di sole e di luce ma nasconde sia l'amarezza di cose che stanno per perdersi,fagocitati da da un decantato sviluppo che non è poi sfociato in un progresso civile e culturale, sia la paura dell'oblio.Come in un fermo immagine che rimanda ad un silenzio quasi sacro,fissa sulla tela la memoria di lembi di campagna pachinese, trazzere,palmenti,masserie che stanno per perdersi e diventare altro.Davide ritrae casolari di campagna ormai in rovina dove per lungo tempo la vita ha segnato la quotidianità delle persone che vi abitavano e vi lavoravano, e che poi sono andati via per sempre. Condividiamo il modo delicato e silenzioso con cui Davide oppone resistenza alla devastazione del nostro territorio,all'incuria,al disinteresse e anche al disprezzo della bellezza della nostra terra.Il suo lavoro ci dà un senso di appartenenza,di ritrovamento della nostra identità,ci restituisce la memoria e il monito a considerare gioielli da custodire ed amare ciò che il passato ci consegna.

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