31 ottobre, 2010

Fiori di Bach


galleriaRoma
via Maestranza 110
96100 Siracusa

Giovedì 4 novembre alle ore 18,30 la dott.ssa Aurelia Spagnolo parlerà di
FIORI DI BACH
FIORI CALIFORNIANI
FIORI AUSTRALIANI
Una nuova, "antica", via per il benessere psico-fisico


Nella psico-terapia olistica, la floriterapia (fiori di Bach, fiori californiani, fiori australiani ecc) occupa un posto rilevante. La vibrazione che si sprigiona da ogni fiore va a colpire direttamente l'essenza dell'uomo: la sua anima.
Le essenze floreali possono toccare ogni aspetto dell'esperienza umana, quindi abbiamo fiori per la paura dell'ignoto, per le paure concrete, per la solitudine, la depressione endogena ecc.
Un'accurata mescolanza delle essenze produce cambiamenti in modo dolce e duraturo. Il principio fondamentale della floriterapia è che il nostro benessere personale e il senso di interezza dipendono principalmente dal benessere del mondo in cui viviamo.
L'equilibrio nasce quindi da un dialogo tra l'anima umana e l'anima della natura.
Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato

Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

Ingresso Libero


Info:
0931/746931
0931/66960 (orario apertura Galleria)
cell.338/3646560
corradobrancato@hotmail.com

18 ottobre, 2010

INTRECCI DI VOCI -IL SUD NELLA NUOVA LETTERATURA


Giovedì 21 ottobre alle ore 18,30 nei locali di galleriaRoma Salvo Sequenzia parlerà di
INTRECCI DI VOCI
IL SUD NELLA NUOVA LETTERATURA


Nel febbraio del 1994, a Napoli, si tenne a Galassia Gutemberg un incontro di scrittori meridionali di più generazioni, ma soprattutto molto giovani. L'incontro aveva per titolo “Narrare il Sud”. Goffredo Fofi nel 1995 dedicherà a questo incontro un interessante saggio dal titolo Narrare il Sud, pubblicato da Liguori con la prefazione di Vincenzo Consolo. L'italianista Daniela Carmosino, docente presso l’Università del Molise, fa risalire a tale convegno la data di nascita di una nuova narrativa meridionale, una sorta di “Nuovo Risorgimento”, a cui la studiosa dedicherà nel 2009 una pregnante e lucidissima analisi confluita nel pamphlet Uccidiamo la luna a Marechiaro. Il Sud nella nuova narrativa, pubblicato da Donzelli.
In quegli anni una nuova generazione di scrittori faceva il suo ingresso nello scialbo parterre letterario italiano: una generazione che, negli anni successivi, si sarebbe affermata prepotentemente grazie a un nuovo modo di “leggere” la realtà e la società italiane e all'adozione di originalissime prospettive narrative e all’uso di nuovi linguaggi.
I risultati di tali esperienze, posti al vaglio ad oltre quindici anni di distanza, appajono variegati e disparati. Si tratta senza dubbio di opere di assoluto rilievo, che hanno avuto il merito di “aggredire” gli stereotipi di una tradizione sfibrata ed hanno affermato nuovi modi di “leggere” e di raccontare non solo il Sud, ma – più estensivamente ed intensivamente – di adoperare una modalità “palombara”, inabissandosi dentro una mutazione sociale che stava “accadendo” a Mezzogiorno, nel resto d'Italia e nel mondo, e di raccontare intus et in cute tale mutazione.
Facendo propria ed assumendo una delle più cospicue e “pesanti” eredità letterarie – Sciascia, Bufalino, Consolo, Ortese, Rea, La Capria, Nigro, Tondelli, De Carlo, Busi, Onofri, Benni – questa nuova generazione letteraria avverte sensibilmente i segni del cambiamento e li traduce in una riflessione teorica che conduce ad una sperimentazione sia formale che tematica, in funzione tanto di un”aggiornamento al presente”, quanto di una potatura del repertorio tematico ereditato dalla tradizione di riferimento, con l'innesto delle più vive esperienze che andavano frattanto maturando negli Stati Uniti, in Sud America, nell'Africa occidentale e in Asia.
Da tale humus fecondissimo germogliano le interessanti e significative esperienze narrative di Livio Romano, Francesco Piccolo, Giulio Mozzi, Montesano, Gaetano Cappelli, Antonio Pascale; e, più tardi, quelle di Ottavio Cappellani, Salvatore Scalia, Massimo Maugeri, Silvana La Spina, Silvana Grasso, Simona Lo Iacono, Veronica Tomassini. Esperienze, queste ultime, che si muovono tra la contingenza del dato reale e la capacità di trasfigurare tale dato in simbolo, in figura, in condizione universale; segnali vitalissimi, irriducibili ad ogni pretesa di categorizzazione; testimonianza di una “urgenza” conoscitiva e demistificante e di una talora “impietosa” tensione gnoseologica, morale.
Dalla recensio dei materiali narrativi si coglie la sperimentazione formale e linguistica (Cappellani, Grasso), il nuovo noir esistenziale (Massimo Maugeri, Turi Scalia), la felice reinvenzione del romanzo storico e metanarrativo (Silvana La Spina, Simona Lo Iacono); l'implacabile e cruda scrittura di denuncia e il reportage narrativo (Veronica Tomassini), capace di dare vita, carne, colore e individualità al fatto di cronaca.
Senza rinunciare alla forza icastica, alla potenza evocativa ed emozionale della parola, al potere conoscitivo della letteratura, né tantomeno alla qualità “deragliante” e “divergente” del discorso narrativo, la letteratura del nuovo Sud rinnega tutte le stimmate di istituzionalizzazione e di codificazione per essere voce ed espressione di una lancinante ed “inaudita”neutralità.
Ne consegue la individuazione di una assoluta specificità di ciascun percorso espressivo, che ribalta l’assunto di una definizione antologizzzante o “canonica” di una “letteratura meridionale” - cristallizzata in una costellazione di temi, di topoi (rassegnazione, vittimismo, fatalismo, rivolta sociale, individualismo) e di caratteri - che porta alla dissoluzione di un approccio geografico alla problematica – la prospettiva localistico/regionalistica di una letteratura campana, siciliana, pugliese, calabrese – e che si orienta piuttosto sul crinale di quella “vocazione”, già appurata da Leonardo Sciascia, che individua il carattere precipuo di una letteratura radicata a un luogo, a un momento storico, a un paesaggio, a un individuo, a una storia, a un istante, eppur capace di divenire voce corale, assoluta, assumendo, nel suo proprium, una molteplicità di punti vista, di prospettive; aprendosi al ventaglio di una prospettiva più vasta, eterogenea ed erratica – talora eretica ed eterodossa. Un felice intreccio di voci che ha dato vita, in quest’ultimo decennio – nella specola di un angolo di provincia d’Europa - ad una delle esperienze più esaltanti maturate nella letteratura dell’età nostra.

Salvo Sequenzia

Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato

Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

Ingresso Libero


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11 ottobre, 2010

Mestieri scomparsi - Mariarosa Malesani


galleriaRoma
palazzo Rizza
via Maestranza 110 Siracusa

Giovedì 14 ottobre alle ore 18,30 la professoressa Mariarosa Malesani parlerà dei mestieri scomparsi nel corso della serata saranno proiettati foto e filmati d'epoca

La memoria è la nostra cultura ed è l’ordinata raccolta dei nostri pensieri ed è pure l’ordinata raccolta dei pensieri degli altri uomini, di tutti gli uomini che ci hanno preceduto.
Mentre nella seconda metà dell’800 l’industrializzazione andava di pari passo con i vecchi arnesi manuali e con l’oggettistica quotidiana; macchine e manualità coabitarono per lungo tempo e la modernità maturava lentamente. Negli anni ’50 l’evoluzione industriale fu repentina e portò le devastanti lusinghe di una occupazione senza fatica e poco sudore. Fu un avvento improvviso che colpì masse di contadini e pastori, artigiani e manifatturieri, spazzati via al punto che non ci fu coabitazione tra antico e moderno: pian piano sparirono i lavannari, i carritteri, i vanniaturi, i seggiari, i craunari, i molinari, i gazzusari, i cantineri, i bottari, gli strilloni ……..
E io credo che dovremmo invece risvegliare nei siracusani la voglia di appropriarsi del loro passato perché sembrano dimentichi della loro cultura popolare cosicché hanno spezzato il cordone ombelicale con la storia popolare della propria gente che, invece, è rimasta, nei secoli e sotto tutte le dominazioni, il filo di Arianna che ha permesso alla città di mantenere fieramente la propria identità che la caratterizza. Senza abbandonarci ad uno sterile “amarcord” credo che una certa nostalgia per la Siracusa di una volta, ricca di figure che rendevano le strade e i vicoli così pieni di fascino e poesia, sia auspicabile . Accanto alle merci che vendevano, ai servizi che prestavano, alla loro abilità nel riparare donavano saggezza, consigli….

Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato

Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

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05 ottobre, 2010

LipumaSettanta


La mostra è inserita negli eventi della Giornata del Contemporaneo indetta dall’ A.M.A.C.I. (Ass. Musei Arte Contemporanea Italiani).

Sabato 9 ottobre 2010 alle ore 18,30 nei locali di galleriaRoma via Maestranza 110 Siracusa l'architetto Salvatore Rapisarda presenta

LipumaSettanta
Nove ottobre 2010

SALVO LI PUMA

Un pittore, un siracusano dell’arte.
Nelle sue opere il possesso dell’oggetto e del luogo,
pensiero e osservazione,
interazione intellettuale
forme senza tempo attraversate
dall’evocazione dell’essere e del divenire.

Nelle sue opere possiamo sentire il vissuto dell’artista con il luogo della storia, con lo studio, la sua bottega, operante e meditativa, luogo di creatività, di concentrazione,di elaborazione; traduzione di idee, intuizioni, letture. Scagionare dall’interiorità quel cumulo di energie non sempre spiegabili con la ragione, che spingono alla rappresentazione e alla comunicazione di un credo pienamente coerente e corrispondente con l’azione temporale.
Settanta, anni febbrili di incessante ricerca e confronto, di fermenti, di concetti travagliati, risultati pittorici ora sospesi, ora antinomici composizioni piene e vuote, ricerca unitaria del tutto e del nulla. Segni sentiti, segni come traduzione formale di energie Esternazione dell’attimo magico, oltre l’abilità, oltre l’atavica tecnè .Rappresentazione di oggetti che interagiscono, in scenari di astrazione segnica. e di ordine metafisico.
Oggetti che vogliono evocare, trascendere nei campi del surreale e del simbolico, memoria rifusiva di messaggi comunicati da quella maestria secolare, che ci ha donato porzioni di spiritualità, di poesia ,di armonia., che si scontrano con il malessere, il disagio, la precarietà la decostruzione. Assistiamo ad una sintesi mediatica che ci conduce verso la riflessione della forma e delle parole.

Salvatore RAPISARDA

Organizzazione e Direzione Artistica: Corrado Brancato

Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

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02 ottobre, 2010

CONVERSAZIONE D'ARTE E FILOSOFIA


Giovedì 7 ottobre alle ore 18,30 nei locali di galleriaRoma in via Maestranza 110 Siracusa CONVERSAZIONE D'ARTE E FILOSOFIA a cura del prof. Guglielmo Montuori

"SPELLBOUND" (IO TI SALVERO') di A. HITCHCOCK E LA TEORIA DELL'INCONSCIO DI S. FREUD

Nel 1895 nascono, contemporaneamente, il cinema e la psicoanalisi.
La coincidenza è significativa, anche perché cinema e psicoanalisi rappresentano due dei più riusciti tentativi dell'esplorazione dell'inconscio mai escogitati dall'uomo.
Da teoria terapeutica, la psicoanalisi è divenuta, nella cultura contemporanea, una metodologia d'interpretazione delle varie sfere dell'attività umana e quindi anche delle varie
manifestazioni ed espressioni artistiche.
A. Hitchcock è stato il più famoso divulgatore cinematografico del pensiero di S. Freud e ha espresso in maniera impareggiabile il rapporto del cinema con la psicologia del profondo.
Esempio unico della dimensione "artistica" hitchcockiana è dato in "Spellbound" dalle sequenze oniriche, per le quali il celebre regista fece ricorso alla collaborazione del pittore surrealista Salvador Dalì.
(Prof. Guglielmo Montuori)

Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato

Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

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