14 novembre, 2011

http://www.ustream.tv/embed/rec
galleriaRoma
artecontemporanea 
via Maestranza 110 Siracusa

Organizzazione e Direzione Artistica: Corrado Brancato
Addetto Stampa: Amedeo Nicotra
Ingresso Libero Info: 0931/66960 (orario apertura Galleria)
cell.338/3646560
corradobrancato@hotmail.com
www.galleriaroma.it
  Siracusa Luoghi subReali dell’Anima
  L’artista è la mano che, toccando questo o quel tasto, fa vibrare l’anima. ( W. Kandinsky ) Perché dobbiamo, o possiamo, considerare Mario Oddo un artista del nostro tempo che dipinge in modo subreale l’anima dei nostri luoghi, naturali e trasfigurati. Colui che dipinge, colui che compie atto di creatività, colui che si identifica nella sua personale iconografia, piena di coerenza e corrispondenza del suo mondo interiore, del proprio sentire, è il solo padrone di quell’estetica dello spirito. Volontà di raggiungere la soglia più alta oltre la fisicità. Entrare nella dimensione spirituale, metafisica, del sub-limen, del sublimis, del surreale contemporaneo. Luoghi, paesaggi, figure rivelate da pennellate rarefatte, rappresentazione che echeggia di alone di mistero; ineffabile immagine di cromie evocative, di memorie e di sogni indelebili. Località natie, nutrici di bellezza iblea, poesia della Sicilia selvaggia e vera, spontanea e sentita. Colori accesi, solari, figure non meglio distinte che compaiono come per incanto, eternizzate nella materia secolare; spiriti del luogo, titani del passato che, ancora, ci guardano e scrutano le nostre azioni. Tutto questo, con grande tecnè pittorica, Mario Oddo riesce a comunicare nei suoi lavori. Colori che manifestano una tavolozza territoriale valorizzata dalle determinata stesura del colore che, ora si mescola, ora si sovrappone, struttura di una materia pittorica che ci regala la forza dei frutti della terra e l’energia sempre diversa delle onde marine; quell’azzurro che ci trascina nella cerulea visione dell’immenso, che vuole superare quella linea che si chiama orizzonte, per condurci nell’oltre che non sempre trova risposta e significato razionale. Le note dei colori, i colori delle note, la musicalità della composizione cromatica.
Salvatore RAPISARDA

"ROMANIA OGGI- La dittatura è finita: verità o illusione... "

galleriaRoma
piazza San Giuseppe 1/2/3 Siracusa
Venti anni fa, il 22 dicembre 1989, in Romania cadeva il regime di Nicolae Ceauşescu dopo 25 anni di potere assoluto. Cosa è cambiato in Romania in questi anni, di questo e di altro parlerà Izabela Buccheri giovedì 17 novembre alle ore 18,30
Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato
Addetto Stampa: Amedeo Nicotra
Ingresso Libero
Info: 0931/746931
0931/66960 (orario apertura Galleria)
cell.338/3646560
corradobrancato@hotmail.com
www.galleriaroma.it

"ROMANIA OGGI- La dittatura è finita: verità o illusione... "

galleriaRoma
piazza San Giuseppe 1/2/3 Siracusa
Venti anni fa, il 22 dicembre 1989, in Romania cadeva il regime di Nicolae Ceauşescu dopo 25 anni di potere assoluto. Cosa è cambiato in Romania in questi anni, di questo e di altro parlerà Izabela Buccheri giovedì 17 novembre alle ore 18,30
Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato
Addetto Stampa: Amedeo Nicotra
Ingresso Libero
Info: 0931/746931
0931/66960 (orario apertura Galleria)
cell.338/3646560
corradobrancato@hotmail.com
www.galleriaroma.it

08 novembre, 2011

ORTIGIA FELIX

galleriaRoma
piazza San Giuseppe 1/2/3
Siracusa
Giovedì 10 novembre alle ore 18,30 a cura di Salvo Sequenzia NEL VANO TRASPARIRE 'Ortigia felix'. L'isola senza tempo nel canto dei poeti  
Questo omaggio a Siracusa e al suo cuore - l'isola di Ortigia, «isola nell'isola» - vuole essere innanzitutto un viaggio, una catabasi, una sorta di discesa agli Inferi che un viator  incantato e dolente, un uomo ferito, intraprende tra i vicoli della Mastra Rua e della Sperduta, alla ricerca della sua terra, della sua magia e del suo splendore. Ma, come un Ulisse assetato di nostos, nel delirio del ritorno, il viaggiatore approdato all'isola di Ortigia non riconosce più suoi quei luoghi che un tempo furono il 'giardino di Hamdis', un'isola dei Feaci di stordente splendore ed incanto. All'urgenza della realtà e della storia, alla necessità del ritornare a Ortigia, allora, sottentra l'urgenza della memoria, che è medicamentum e balsamo, ma anche squarcio, ferita profonda da cui sgorga la pietà mesta della poesia. Il viator diviene, dunque, peregrinus, un «nomade d'amore» che ritrova Ortigia nel canto dei poeti. Seguendo una trama invisibile, una fitta e spessa regnatela di immagini, suoni, parole e colori ordita meravigliosamente da un secolo all'altro, sin  dalle scaturigini della civiltà in cui mito e storia si intrecciando e si fondono nel verso adamantino di Pindaro, che rende omaggio all' «augusto d'Alfeo fiore di Siracusa illustre, Ortigia». La poesia, sola, conosce e sa dire al mondo il linguaggio della pietà e del conforto; sola, essa salva nella desolata vaghezza di una parola, nel modularsi dissolto di un suono, nello scoramento, la memoria ferita di un luogo e della sua storia. I poeti hanno amato Ortigia, ed hanno conservato nelle loro parole le architetture 'verticali', il labirinto musicale dello spaesamento, la malinconia del mare, l' ansia perenne della pietra, un mondo equoreo e fatato, ancipite: Giace della Sicania al golfo avanti un’isoletta che a Plemmirio ondoso è posta incontro, e dagli antichi è detta per nome Ortigia. A quest’isola è fama, che per vie sotto il mare il greco Alfeo vien, da Doride intatto, infin d’Arcadia per bocca d’Aretusa a mescolarsi con l’onde di Sicilia. E qui del loco venerammo i gran numi; indi varcammo del paludoso Eloro i campi opimi.   Nella geografia 'equorea' che Virgilio, nel terzo libro dell'Eneide, tratteggerà a sbuffi e slarghi come in un acquarello, Ortigia, colta nell'abbraccio del «Plemmyrium ondosum», è realtà d'acqua, di mito, di numinosa mescidanza. Il poeta coglie una circolarità fatale, assoluta, che si ripeterà nella tradizione poetica successiva consolidandosi come autentico topos letterario:   Calava a Siracusa senza luna La notte e l'acqua plumbea E ferma nel suo fosso appariva, Soli andavamo dentro la rovina Un cordaro si mosse dal rimoto   Nella poesia di Giuseppe Ungaretti, poeta veggente, l’abbandono e il silenzio grevi dell’ora demente accompagnano e propiziano la calata a Ortigia nel liquido fluire del tempo, in un’immagine di memoria anche borgesiana, d’un tempo che contiene tutti i tempi, un attimo ogni altro attimo. In quest’istante rapido, in quest’immensa stasi, l’uomo rivive tutta la sua vita nel gesto antico ed eterno del cordaro, custode di impenetrabili Lari. Dentro questo temenos sacro ad Artemide, nella circolarità dell'acqua che propizia una rigenerazione 'altra', data nel canto, sarà allora un rifiorire di poesia e di dolore. Nei versi preziosi della poesia araba siracusana, cogliamo, agli albori, la tragedia dello sradicamento compendiato nel diario poetico di Ibn Hamdis. E, ancora, giungendo ai nostri giorni, i versi di Turi Rovella, di Enzo Giudice, di Corrado Di Pietro e di altri poeti, restituiscono l'immagine di Ortigia nel racconto del loro nostos, nei loro  'ritorni' che non sono tra loro identici, si scrivono nella storia del luogo e la storia è sovrapposizione di strati, accumularsi di nuovi castelli su antiche rovine. Anche in questo caso dunque è la composizione di piano orizzontale e verticale,  la discesa dal piano sincronico e orizzontale a quello della storia e della memoria, verticale, ad offrire nuove chiavi di lettura. Il tempo della memoria e della malinconia è il tempo della luce 'nera' in cui si congiungono demone meridiano e notturno, di ungarettiana memoria. È il tempo di luce calcinante, ferale, che si riflette sul tufo biondo di Piazza Duomo, e di buio vorticare nel flusso degli evi che si respira nell'intrico dei vicoli della Giudecca. Luce 'nera' è, dunque, quella che accompagna la memoria e la malinconia, la ricerca e la catabasi nel ventre dell'isola; ed è luce 'bianca', luce dalla tremenda forza autenticante, la lux veritatis, ferita di luce che occhi avvezzi all’ombra non sanno sostenere, nel vano trasparire di ogni cosa. Ed è, dunque, infine, anche monito alla 'vigilanza', alla diffidenza verso opachi lucori, finte luci, vacue illusioni e pericolose menzogne che il nostro tempo propugna.  Salvo Sequenzia  
Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato

Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

Ingresso Libero
 

Info
:
0931/746931
0931/66960 (orario apertura Galleria)
cell.338/3646560
corradobrancato@hotmail.com

www.galleriaroma.it

30 ottobre, 2011

Galassia Internet


galleriaRoma
 piazza San Giuseppe 2
 Siracusa


 Giovedì 3 novembre ore 18,30 GALASSIA INTERNET:  per una fenomenologia delle nuove forme di soggettività a cura di Roberto Fai 


 In che modo, Internet sta cambiando la nostra vita? O l’ha già cambiata? E di “globalizzazione”– termine “ubiquitario” e vero e proprio passepartout con cui leggiamo il nostro tempo – potremmo parlarne senza far riferimento alla rivoluzione informatica? Davanti al fenomeno pervasivo del web, è possibile uscire dalla classica e carsica contrapposizione tra “apocalittici” e “integrati”? Tra la vasta letteratura sul ruolo e senso del web, di Internet, e del cyber-spazio, possiamo parlare di un “neoilluminismo”, espresso dall’avvento di una “intelligenza collettiva” (Pierre Lévy), oppure ha ragione Nicolas Carr quando si domanda se ? A partire da queste suggestioni, si cercherà di svolgere una vera e propria genealogia del “virtuale”, e di come la dimensione del tempo, della temporalità sia quasi soppiantata da una inedita dimensione spaziale

 Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato

 Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

 Ingresso Libero Info: 0931/746931
 0931/66960 (orario apertura Galleria)
 cell.338/3646560

 corradobrancato@hotmail.com 

www.galleriaroma.it

26 ottobre, 2011

POIESIS

galleriaRoma
Piazza San Giuseppe 2
Siracusa
  Sabato 5 novembre alle ore 19,00 l'architetto Salvatore Rapisarda presenterà la mostra di pittura POIESIS dell'artista Tomie Nomiya
scrive Salvatore Rapisarda nella presentazione critica
POIESIS
Delicata poesia di forme e colori.
Quando la delicatezza, il dettaglio, la sensibilità si traducono nel segno e nel colore. Non bisogna gridare per comunicare, basta sussurrare o entrare nella dimensione silente, stadio che concentra l’energia del divenire. Culture che si incontrano, provenienze lontane, apparentemente distanti, ma tanto vicine in un denominatore comune che ricerca la forma attraverso i luoghi, i volumi, i corpi, che rifonde i linguaggi nella poesia antropica delle culture indigene. Mi unisco all’emozione dell’amica Lucia che lega il suo pensiero alla mano dell’artista che, ubbidendo ad un animo fragile, attraversa le barriere dello spazio e del tempo. Minuzioso lavoro che evoca estetiche e poetiche, tra occidente e oriente, in cui, anche l’amico Joe legge lo specchio dell’operato interiore; ricerca che conduce a un itinerario che si evolve, con la pausa-silenzio, nella rappresentazione di tecniche e modalità esecutive. La pittura di Tomie scorre dai quartieri di Ortigia al paesaggio urbano di Ibla. Traccia con carica affettiva la fisiognomica degli amici, dei suoi cari. Tratti caratteriali, interiorità espressiva di sguardi, di gesti, posture abilmente rappresentati nella delicatezza chiaroscurale, nella pulizia delle linee, nelle armoniose proporzioni che danno vita a una ritrattistica espressiva ed emozionale. Un percorso visivo che deve condurci alla riflessione e meditazione sulle potenzialità che possiamo ricevere dal mondo interiore dell’artista.
Organizzazione e
Direzione Artistica:
 
Corrado Brancato
Addetto Stampa: Amedeo Nicotra
Ingresso Libero  
             Info:

 0931/66960 (orario apertura Galleria)
 cell.338/3646560
 
corradobrancato@hotmail.com
 
www.galleriaroma.it

24 ottobre, 2011

Melinda Miceli presenta Marina Giuffrida

galleriaRoma
piazza San Giuseppe 2
Siracusa
La galleria Roma prosegue il programma espositivo con la mostra personale di  Marina Giuffrida- presentazione critica di Melinda Miceli Inaugurazione Sabato 22 ottobre, ore 18,30
Scrive Melinda Miceli nella presentazione: Analizzando le opere di Marina Giuffrida ci si può inoltrare con immensa curiosità nell’ “avventura della conoscenza” onirica e figurativa di una realtà interiore complessa e multiversa nella quale soggetti diversi traspongono sfaccettature ampie di pensiero dove trova spazio il nulla ed il tutto e dove la pennellata strutturata e consapevole si alterna al quasi annullamento del segno e del colore. Tentativi di rappresentazione di un reale che sconfinano nell’immaginario, in dipinti quelli della Giuffrida che dal figurativo moderno o figurativismo risentono di influenze della Metafisica dove la massima importanza è attribuita al sogno, all'onirico, alla dimensione dell'interiorità dell'uomo e di influenze dell’arte concettuale dove l'essenza dell'arte consiste invece nell'idea, nel concetto che precede e conforma l'opera. Il percorso dell'idea, la riflessione teorica e filosofica, la precisazione e presentazione del processo di formazione del pensiero, l'azione linguistica, vengono a volte posti in primo piano rispetto al risultato materiale di tale azione che viene considerato come pura esemplificazione fisica del linguaggio. Nel figurativo la ricerca spontanea di soluzioni alternative si manifesta in più direzioni prevalentemente nel segno della libertà e della sperimentazione del nuovo, svincolata da qualsiasi ancoraggio a principi precostituiti di autorità culturale o etica. La ricerca è condotta a rifondare la comprensione della realtà partendo dalla demistificazione di tutte le pratiche rappresentative e dando campo libero al pensiero per indagare l'essenza delle cose e delle relazioni tra esse. La delicatezza del tratto e del colore nei dipinti della Giuffrida approda a esiti creativi anche simbolici dove i soggetti dipinti si prestano a interpretazioni inconsce che si rivelano però contemplative, legate a fattori fortemente culturali, con precisi legami con la tradizione dell'arte classica dove si può ravvisare la plasticità dei corpi e la simmetria dell’ordito concettuale che risente delle influenze storiche dell’arte greco-romana. L’uomo come lottatore terrestre, la donna come feritrice di fertilità ed essere divino insieme al fuoco ed alla natura costituiscono l’universo della Giuffrida, un universo da cui si dipanano pensieri stoici di dolore e di trascendenza insieme. A tratti elementi di surrealismo suggeriscono la volontà di saldare la realtà storica con quella onirica, allo scopo di liberare tutte le potenzialità espressive della natura umana. L’acqua come arcano femminile e’ rappresentato in svariate forme: come mare,come lago sereno, come cascata, come onda, infine come vortice creativo dal quale riappare il femminile astratto, quasi come divinità di un pensiero che con immensa forza e distacco presiede alla creazione del maschile e del femminile stesso. Nel concettuale l’acqua diventa quasi terra azzurra, formata da onde impetuose da cui “sgorga” l’albero quasi a voler indicare una fusione della terra e dell’acqua in un tutt’uno che crea la materia e la matrice concettuale di questo irrevocabile tutt’uno è sempre solo la donna il cui sguardo e’ sicuro, ma nascosto dal distacco. La prevalenza dell’indaco, il maschile sacro, come sfondo e come soggetto spalmato e’ strabordante, a indicare quasi la sacralità concettuale del momento e del soggetto fissato in uno spazio temporale indefinito e arcano dove solo la pennellata rossa può restituire il soggetto alla sua carnalità,alla dimensione terrestre, ma sempre con una certa distanza quasi da osservatore e non da attore del dipinto stesso, il cui centro emozionale rimane quasi segreto a indicare la complessità dell’universo. La coerenza e il rigore di tale atteggiamento sfocia in distanza dai tradizionali mezzi espressivi. Elemento di vicinanza al concettuale di questo microcosmo pittorico è infatti la poetica dell'enigma che pervade i dipinti, ossia del fenomeno non spiegabile con i soli mezzi della ragione,ma con leggi ultrafisiche della realtà che trascendono la logica ordinaria. Ed abbandonando spesso la rappresentazione mimetica del mondo esterno la Giuffrida trova le sue ragioni nella riflessione sulle specificità della ricerca formale e della percezione visiva che coglie però l’ordito diafano dell’esistenza con coloriture di sottile ironia. C’è un tentativo di rielaborazione in chiave creativa del pensiero psicoanalitico, determinante nel suo compito di liberazione e svelamento delle forze dell'inconscio, dei tabù e delle costrizioni che la coscienza troppo rigida impone alla personalità soprattutto nella sfera sessuale, dei veri aspetti dell'esistenza umana, per dare vita all'immediata trasposizione della fantasia sulla mano che guida il realizzarsi di queste opere d'arte. Quest’innovazione si manifesta anche nel paesaggio e nella natura morta che lascia intravvedere da una finestra il cielo, soggetto che sembra quasi schiacciare il dipinto,un cielo la cui forza ed intensità contrasta nettamente con la delicatezza cromatica del prato e che sembra piombare su di esso come ineluttabile volontà divina manifestandosi con bagliori cromatici che crea uno stacco tra i due livelli ma al contempo li unisce in un unico destino e ordito emozionale.
Organizzazione e Direzione Artistica: Corrado Brancato
Addetto Stampa:Amedeo Nicotra

Ingresso Libero

Info:
0931/66960 (orario apertura Galleria)
cell.338/3646560
corradobrancato@hotmail.com
www.galleriaroma.it

30 settembre, 2011

AUTOSTIMA A SIRACUSA


galleriaRoma
piazza San Giuseppe 1/2/3
Siracusa

Autostima a Siracusa

Un incontro alla “Galleria Roma” con l’Università “Brahma Kumaris”

Riscoprire come apprezzare se stessi, calibrare meglio le proprie scelte per trarre più soddisfazione dal proprio percorso, relazionarsi sempre meglio sulla base del mio valore e di quello degli altri.



Il 1° Ottobre 2011, alle ore 18.30, la Galleria Roma ospiterà l’Università Spirituale Mondiale Brahma Kumaris, un'Organizzazione non Governativa, con statuto generale di organismo consultivo presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite e presso l'UNICEF. Il suo intento è quello di promuovere un cambiamento positivo attraverso la riscoperta dei valori morali e spirituali e delle qualità insite in ciascun individuo. (www.bkwsu.org/italy).

L’incontro sarà condotto da Antonella Ferrari, insegnante dell’Università da più di 20 anni. La sua esperienza maturata sul territorio italiano ed internazionale, riesce facilmente a guidare il pubblico verso una visione più chiara e semplice della tematica affrontata.

In questo caso si esplorerà l’Autostima, un argomento caro un po’ a tutti in questi tempi che mettono a dura prova il nostro animo, le scelte che sentiamo essere veramente giuste per la nostra crescita e la salvaguardia dei rapporti interpersonali. In tempi come quelli attuali, i valori fondamentali “gridano” per essere apprezzati nuovamente e messi in pratica e, dal momento in cui iniziamo a sperimentare e riconoscere aspetti genuini di noi stessi, nasce una nuova stima della nostra persona.

Iniziamo a prendere le cose con più calma e accettazione, capendo che ciò che accade ha un significato, e ciò non significa essere passivi. Avere fiducia in se stessi diventa effettivamente possibile quando ristabilisco un contatto con la mia identità, quando faccio attenzione a non commettere quel tipo di sbagli che mi portano al continuo pentirmi, perdendo così stima di me stesso.

Antonella Ferrari ci guiderà attraverso condivisioni, esperienze di meditazione guidata e riflessioni mirate sull’argomento.

Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato

Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

Ingresso Libero


Info:
0931/746931
0931/66960 (orario apertura Galleria)
cell.338/3646560
corradobrancato@hotmail.com


25 settembre, 2011

Pinocchio esce dalla sua fiaba


galleriaRoma
piazza San Giuseppe 1/2/3

Giovedì 29 settembre 2011 presso la Galleria Roma, Piazza S. Giuseppe , Siracusa alle ore 18,30 presentazione del volume di Euridice Zàccari Pinocchio esce dalla sua fiaba Relatrice: Giovanna Strano, preside dell’Istituto “Filippo Iuvara”.
Saranno presenti l’Autrice Euridice Zàccari e l’Editore Carlo Morrone

Una fiaba in cui Pinocchio, il burattino di collodiana memoria, è subito trasformato in un bambino che, orfano del suo Geppetto, deve crescere senza una guida. Il protagonista crede che quelli fatti di carne e ossa sono tutti buoni, mentre i cattivi rimangono burattini di legno fin quando non diventano buoni. Con queste convinzioni Pinocchio si affaccia alla vita andando incontro a singolari avventure che gli permetteranno di maturare e di superare le difficoltà in mezzo a momenti lieti, trascorsi insieme ai suoi nuovi amici e conoscenti. Un Pinocchio rivisitato che a fatica tiene a memoria le lezioni che la vita gli offre giorno per giorno, fin quando avviene il miracolo: da ragazzo insensato e senza giudizio si trasforma in persona responsabile decidendo di allontanarsi dalle cattive amicizie che lo stavano trascinando per una strada senza ritorno. Questo libro è il dono che una nonna ha scritto per il suo nipotino, ma che si addice a tutti quei nipotini che non hanno una nonna scrittrice.

Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato e DiapasonStudio

Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

Ingresso Libero


Info:
0931/746931
0931/66960 (orario apertura Galleria)
cell.338/3646560
corradobrancato@hotmail.com


22 settembre, 2011

MOULIN ROUGE


galleriaRoma
piazza San Giuseppe 1/2/3
Siracusa
Sabato 24 settembre alle ore 18,30 Mariateresa Asaro presenta la mostra di pittura " MOULIN ROUGE" di Tania Triolo


VIBRAZIONI SENSORIALI IN UNA VOLUTTUOSA RICERCATEZZA FORMALE

L’arte di Tania Triolo è pittura creata da una donna a rappresentazione e celebrazione della figura femminile, del suo fascino e della sua sensualità. Siamo dinnanzi alla rappresentazione di “donna eccessiva”, connubio di bellezza e perversione da cui promana una costruzione d’immagine del protagonismo femminile teso ad affermare il modello “divorante” della donna-virago, che però prefigura una nuova forma di soggettività. La Triolo appare infatti muoversi in un abito mentale volto a recepire una realizzazione estetica secondo le suggestioni dannunziane costruite attorno al lirismo narcisistico dell’artista, alla ricerca di un erotismo ostentato nella sua concreta materialità edonistica che pare irridere sarcasticamente a scontate istanze moralistiche. E oggetto della mostra della pittrice è la rappresentazione del Burlesque, antica forma di spettacolo nata nella seconda metà dell’800 nell’Inghilterra vittoriana: protagonista è la donna, la sua femminilità e il suo corpo, esibito come “soggetto” artistico e non come oggetto, in un connubio perfetto di arte, esibizione, seduzione, teatralità. Si percepisce allora la volontà della pittrice di porgere al fruitore suggestioni che provengono dall’osservazione di un universo permeato da un erotismo intrinsecamente femminile, reso dalla “cerebrale”, immediata corposità e sensualità dei soggetti raffigurati, perché, scrisse la celebre Anaïs Nin, “l’erotismo è una delle basi di conoscenza di sé, tanto indispensabile quanto la poesia”.

Maria Teresa Asaro

Organizzazione e Direzione Artistica: Corrado Brancato

Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

Ingresso Libero



Info:
0931/746931
0931/66960 (orario apertura Galleria)
cell.338/3646560
corradobrancato@hotmail.com


18 settembre, 2011

I MEGGHIU


galleriaRoma
piazza San Giuseppe 1/2/3
Siracusa

Giovedì 22 settembre alle ore 18,30 Aruro Messina ricorderà "I MEGGHIU" cioè i siracusani che negli anni Ottanta e Novanta si distinsero.

La Galleria Roma, che recentemente si è trasferita da via Maestranza a Piazza San Giuseppe, in una sede molto più decorosa e adeguata, ha ripreso, oltre che l’attività artistica, anche quella dei suoi “giovedì della cultura”, in cui ha coinvolto parecchi tra i personaggi più noti e apprezzati del mondo artistico e culturale del territorio, invitandoli ad alternarsi nell’intrattenere con importanti conferenze su gli argomenti più vari che vanno dalla letteratura e l’arte, dalla storia alla socialità ( aventi generalmente come focalità lo spaccato particolare dell’ambiente) i numerosi suoi iscritti e chiunque ne fosse interessato, per cui degnamente viene conosciuta e apprezzata come una delle associazioni più attive e qualificate di Siracusa.
Giovedì prossimo, giorno 22, alle ore 18.30, pertanto, a conferma dell’attenzione che la benemerita Galleria rivolge alle “locali cusuzze” l’obbiettivo sarà rivolto a “i megghiu”, cioè ai siracusani che, negli anni Ottanta e Novanta ( dal 1983 al 1997), si distinsero per i loro meriti culturali, artistici, religiosi, sportivi, sociali e per questo ricevettero il Premio di Cultura e Socialità
E’ uno spaccato di storia siracusana che merita di essere vivamente attenzionato, soprattutto a dimostrazione che allora, come oggi, non vi erano e non vi sono solamente estorsione, delinquenza, mafia, egoismo… ma vi erano e vi sono anche , come diceva l’Ispirazione Tematica del riconoscimento “… frammenti di speranza/ che lievitano per le strade / convulse di traffico e d’ansia: c’è ancora il buon Samaritano tra noi; c’è ancora il paziente Cireneo/ che si accolla il gran peso altrui,/ c’è chi tiene la fiaccola accesa nella notte civile che incombe …”
Il compito di risuscitarne il più doveroso e degno ricordo se l’è assunto chi quell’iniziativa si assunse e portò avanti per quasi un ventennio: il prof. Arturo Messina, che per ognuno dei premiati ne scriveva la motivazione con un sonetto o sonettessa, in lingua italiana d’oggi o in lingua italiana primiera, cioè in dialetto siciliano, che pur se lui per modestia ha sempre definito “sedicente poesia” assumevano un valore sicuramente superiore a quello d’una medaglia .
Egli più che fare la storia del Premio, rinfrescherà la memoria di quei singolari siracusani che non dobbiamo dimenticare, ma imitare; pertanto lo farà leggendo alcune di quelle … sedicenti liriche. Trattandosi dell’Oscar della Siracusanità, come sottofondo farà ascoltare alcuni dei suoi “120 acquerelli poetico musicali sul territorio di Siracusa” che venivano cantati dai Siracusani Singers, come “Omaggio a Ortigia” cantato da Lucia Colletta Frisone ( la madre di Fulvio Frisone), “Torna, Santa Lucia!”, cantato da Nello Burgio”, “Non potrai scordar Siracusa” ( cantata da Fabia Tanasi e il gruppo) e diverse altre.
Si prevede che oltre ai soci, molti in omaggio a chi non vi è più ma che bisogna ricordare e imitare, a partire dagli amici e dai parenti, verranno a presenziare.

Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato

Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

Ingresso Libero


Info:
0931/746931
0931/66960 (orario apertura Galleria)
cell.338/3646560
corradobrancato@hotmail.com
www.galleriaroma.it

12 settembre, 2011

IL FIGLIO DEL DILUVIO-Ritorno alla poesia di Enzo Giudice

galleriaRoma
piazza San Giuseppe 1/2/3
Siracusa 

Giovedì 15 settembre alle ore 18,30 Salvo Sequenzia presenterà il libro del poeta Enzo Giudice. IL FIGLIO DEL DILUVIO Ritorno alla poesia di Enzo Giudice
 Ritornare alla poesia di Enzo Giudice. Ad Ortigia, dove il poeta floridiano prematuramente scomparso quattordici anni fa visse e compose i suoi versi più belli ed amari, vagando tra i vicoli della Giudecca «accattone di sogni e di parole». Un ritorno che propizia una lettura nuova dell’opera del Nostro, la cui indagine critica rimane sempre aperta per l’innumerevole quantità di inediti che il poeta ha lasciato e che, periodicamente, affiorano, portati alla luce dalle inesplicabili correnti della vita. Il poeta Enzo Giudice, fu uomo fedele ai suoi e agli amici, buon lettore, curioso di esperienze, gran viaggiatore inquieto e disperato, raffinato animatore culturale in quella cerchia di intellettuali siracusani che si radunava, negli anni post-bellici, nella “Bottega Margutta” di Castorio Di Tommasi attorno a Piero Fillioley, a Dino Cartia, a Mario Zammararo, ai fratelli Formosa. L’apprendistato letterario di Enzo Giudice si consuma a metà tra gli anni Sessanta e Settanta in interventi giornalistici di costume e di cronaca, in recensioni e appunti culturali sui rotocalchi aretusei l’Eco di Sicilia, La Domenica, Edizioni Pentapoli. Si attestano ai primi anni Settanta i viaggi di Enzo Giudice a Milano e a Roma, dove frequenta l’atelier del pittore Giorgio Orefice e la casa di Mario Zammarano, partecipando con curiosità e intelligenza all’avventura culturale delle “romane” Edizioni Cartia. Intanto conosce e frequenta Leonida Repaci, al quale fa leggere i suoi primi esperimenti poetici, che confluiranno nella silloge Il figlio del diluvio, pubblicata nel 1974 dall’editore Cartia e che risulterà finalista al Premio Viareggio, nella sezione dedicata all’opera prima. Leonida Repaci, «estimatore dei suoi versi» , lo introdurrà negli ambienti letterari della capitale dove il poeta viene subito apprezzato per la sua sensibilità e il suo carattere mite e malinconico. Con Il figlio del diluvio, prefato da Mario Zammarano, la poesia di Enzo Giudice svela subito e per intero la sua appartenenza a quel «sesto continente del pianeta piccolo e clandestino» che è la Sicilia, a quella Sicilia che è insieme terra di miti e luogo di contraddizioni profonde, ove le urgenze esistenziali e le ansie speculative si compongono, variamente ibridate o bruciate, entro immagini reali o astratte. La scrittura che emerge da simile entroterra è una scrittura che privilegia le dicotomie e le costanti polarità, cui non si sottrae il nostro autore, nei cui versi si fissano attaccamento alla vita e senso di morte, ansia conoscitiva e tentativi di fughe nel passato, gusto della natura e memoria di ombre. Con gli scrittori siciliani del primo e del secondo Novecento, Giudice condivide una profonda spinta contestativa alla propria realtà che, se in alcuni si è espressa in un reale andare via - nella fuga verso il nord - nel nostro si consuma tra tentativi “reali” di fuga, viaggi disordinati in Italia e all’estero, e in immaginari piani di fuga nei quali dislocare una personale ed utopica ricerca di “altro”. Ma alla spinta centrifuga e al desiderio di sconfinamento dal reale si oppone una tendenza centripeta in cui si esercita e si manifesta il controllo del logos sugli impulsi dell’anima. Di tale rapporto ci testimonia il Dies irae, composto intorno al 1975. La scrittura poetica del Dies irae alterna reale e surreale, interiorità ed esteriorità, buio e luce, storia e mito, epos classico ed epos cristiano. La «primitiva purezza del fiume», le «stanze ammobiliate», l’«ideale Milano», sono luoghi in cui cifrare l’inquietudine del poeta e il suo desiderio di sondare l’oltre metafisico. Allegoria, inoltre, del nomadismo interiore e di un inconscio desiderio di soste, ma anche di una impossibilità o di una incapacità di consistere nel proprio tempo storico se non per antitesi, per via negativa, dichiarando la propria assenza, proiettandosi verso un non-luogo in cui riverberare il rifiuto, anche segreto, di una realtà inadeguata: «E’ il gusto amaro/ di chi è posto ai confini dell’esistere/ di chi si è fatto biancore che fugge/verso terre che ignorano il cemento...». Il «gusto amaro dell’esistere» cui allude il poeta ha un riscontro quasi letterale in quel «gusto amaro della vita» su cui disserta il protagonista dell’Uomo dal Fiore in bocca di Luigi Pirandello, piece teatrale che si sviluppa dalla elaborazione della novella La morte addosso. Il Dies irae è l’ultimo approdo dell’«uomo dal fiore in bocca», l’uomo segnato dalla ineluttabilità del proprio destino ma, insieme, così attaccato alla vita da non rassegnarsi: «Lasciaci spendere i nostri trenta denari/nel canto sterile di chi muore/di sete davanti a zampilli di veleno/lasciaci scavare una galleria/ senza sbocchi come un pezzo di vetro/in cui si riflette la notte»: così si legge in questo passaggio del Dies irae, dove la costruzione del dettato poetico, fortemente retoricizzata dalla frequenza degli ossimori, delle antitesi e della similitudine finale, si fa presagio, epifania di ciò che ineluttabilmente “deve accadere”. In tal senso, la poesia del Dies irae si discosta definitivamente dai toni ermetici del Figlio del diluvio, accogliendo e realizzando la proposta montaliana ad un discorso che «passi il varco», sovvertendo i confini istituiti del reale, verso un luogo probabile ma indefinito in cui si saldano memoria del passato e angoscia per un presente vissuto nella sofferenza e nella disillusione. Denso, contratto, sostenuto, fluido e struggente è il verso del Dies irae, in cui il discorso poetico opera la mimesi di quelle «Labbra [che] si schiudono come valve/per inghiottire epigrammi...», in cui le «parole diventano suoni rarefatti/di cornamuse ironiche...» che prendono il poeta fin dall’inizio del poemetto e lo inducono a consegnarsi all’inganno, alle seduzioni del suo faticoso e tragico errare «verso terre che ignorano il cemento». L’orizzonte esterno, da cui muove l’immaginario del poeta, è quello reale dei luoghi colti nella loro quotidiana presenza: il fiume inquinato dal catrame e dalle discariche. Ma esso, trafitto dallo sguardo allegorico del poeta, sembra dilatarsi al punto da dischiudere un orizzonte “altro”, sino a divenire rappresentazione di un inquinamento “morale”, metafisico, segno tangibile della presenza costante del Male nella storia dell’umanità e, in particolare, nell’epoca in cui vive il poeta. Male morale che ha sconvolto orribilmente la «primitiva purezza del fiume», immagine quasi leopardiana, con la quale il poeta vuole certo alludere al tempo felice dell’infanzia, a quella “primavera dei popoli” cantata da Leopardi in cui l’uomo viveva in perfetta armonia con la natura. La positività dell’elemento equoreo che si delinea nell’incipit del Dies irae, rinvia, da un lato, a una dimensione mitopoietica ancestrale - in cui l’acqua viene vista come portatrice di vita e di purificazione - e dall’altro recupera un modulo caro alla poesia araba, quello della “poesia idrologica” - il canto dei fiumi e delle sorgenti della Sicilia - topos che si associa, nell’opera di Hibn Hamdis e di Al Trabanishi, all’elogio della Sicilia in quanto “Giardino di Hallah”, paradiso in terra, luogo di delizie e di primigenia purezza. Tale topos agisce anche nella poesia di Quasimodo, seppure filtrato attraverso il recupero di tematiche legate alla grecità - si pensi alle poesie “fluviali” dedicate all’Anapo, al Simeto e ad altri celebri fiumi e sorgenti della Sicilia - sino a depositarsi nell’immagine dell’isola in quanto “paradiso perduto”, luogo di purezza contaminata cui Quasimodo guarda con nostalgia estetizzante e Giudice, nell’incipit del Dies irae, riprende in modo assai originale e con toni di disperata rassegnazione. In effetti, l’universo poetico di Giudice viene dopo una catastrofe - egli «figlio del diluvio» - ormai nemmeno più storica, perché proiettata in un passato mitico, indifferenziato, atemporale. Dalle soglie di questo spazio-tempo indefinito, rievocato ed attualizzato dalla memoria dei drammi familiari, emerge una epifania del negativo, avvertito come oscura memoria maligna, come fantasma di un destino sinistro: «Non per libera scelta io venni/ alla deserta isola di Pathmos/ma perché da te chiamato:/una calamita’ mi costringe sempre/a ritornare con passo piu’ pesante». Misticismo, esoterismo e surrealismo alimentano dunque la poesia del Dies irae, che ha i suoi referenti letterari - più o meno esplicitati - nelle Illuminations di Rimbaud, nella visionaria peregrinazione degli Ultimi cori per la Terra promessa di Ungaretti, nella posia di Raphael Alberti, nei Canti orfici di Campana e nei Cantos di Pound. E, ancora, il verso del Dies irae conosce lo sbigottimento bontempelliano, la disillusione amara di Landolfi, l’ardua visionarietà surreale di Savinio. Ma la corrente delle apparizioni tende a trasferire, a dissolvere il dato empirico in una visione assoluta fatta di evocazioni, di storie iniziatiche, di prodigi. La condizione magica dell’essere, il deflagrante morire del tempo, rifiutano ogni tipo di analisi; e perdura la sofferenza, il dolore dell’ardua via dell’esistere, da cui scocca il trionfo triste della poesia.
 Salvo Sequenzia

 Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato

 Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

Ingresso Libero

 Info: 0931/746931
 0931/66960 (orario apertura Galleria)
 cell.338/3646560 
corradobrancato@hotmail.com
www.galleriaroma.it

05 settembre, 2011

FOTOGRAFIA E ARTE


galleriaRoma
piazza San Giuseppe 1/2/3
Siracusa
FOTOGRAFIA & ARTE




Giovedi 8 settembre alle 18,30 nei locali della nuova sede di Galleria Roma, Salvatore Zito intratterrà gli ospiti della serata con una conversazione sui rapporti della fotografia con l’arte.

Nel percorso della storia dell’arte la fotografia ha dovuto da sempre strappare con le unghie e con i denti il suo ruolo all’interno della generale evoluzione artistica. La fotografia non ha una storia autonoma e per questo separata dal resto dell’arte ma, insieme alle avanguardie che hanno costruito il pensiero e le opere degli artisti contemporanei, la fotografia ha avuto ed ha con l’arte un ruolo paritario.

Nella breve conversazione che giovedì si terrà nella nuova sede di Galleria Roma, appena inaugurata, si affronterà questo tema utile ad individuare il significato artistico di un immagine fotografica ancora oggi da molti considerata, a torto, figlia di un’arte minore.

Si faranno alcuni accenni alla storia della fotografia, narrandone i presupposti e i protagonisti, si parlerà dei movimenti fotografici nati qua e là nel mondo, il loro concettualismo e il rapporto con le arti ufficiali. La conversazione sarà integrata dalla proiezione delle immagini di riferimento per gli argomenti trattati.

Organizzazione e direzione: Corrado Brancato


Info:
0931/746931
0931/66960 (orario apertura Galleria)
cell.338/3646560
corradobrancato@hotmail.com
www.galleriaroma.it

29 agosto, 2011

Corrado Di Pietro vince il premio "Città di Marineo"


CORRADO DI PIETRO vince il Premio Internazionale di Poesia “Città di Marineo” (PA)
Il prestigioso premio letterario, giunto alla XXVII edizione, è stato assegnato al poeta siracusano Corrado Di Pietro, nostro socio onorario, per il bel poemetto “ANAPOS – Canzuna ppi la Sicilia – edito da Morrone editore nel gennaio di quest’anno. Il poema, in lingua siciliana con traduzione in italiano dello stesso autore e in inglese ad opera di Florence Russo della St. John’s University New York , si avvale della dotta presentazione di Paolo Giansiracusa, storico d’arte, ed è arricchito con dieci disegni di Antonio Mangiafico, Cristina Caldarella, Giulia Caliò, Giuseppe Cavalli, Giovanna Di Mauro, Flavia Lauretta, Elodie Magnano, Francesca Santoro, Tecla Veneziano.
Di Pietro, continua con questi versi, la riflessione mitica e storica sulla Sicilia, iniziata con “Canto d’Alfeo” e giunta con questo poemetto all’indagine sulla natura dell’identità siciliana. La consegna dei premi è prevista per domenica 4 settembre nella città palermitana.

15 agosto, 2011

SALVO MONICA disegni giovanili

galleriaRoma
piazza San Giuseppe1/2/3
Siracusa

Sabato 3 settembre alle ore 18,30 vernissage della mostra dei disegni giovanili di Salvo Monica

07 marzo, 2011

GARIBALDI E L'IMPRESA DI SICILIA


Nell'ambito delle celebrazioni dei 150 Anni dell'Unità d'Italia, indette Dall'Associazione Culturale Nuova Galleria Roma, Franco Purpura parlerà di "Garibaldi e l'impresa di Sicilia", giovedì 10 marzo alle ore 18,30.
Il 5 maggio 1860, Garibaldi, alla guida di poco più di mille uomini, partiva da Quarto per una straordinaria impresa storica.
Durante la conversazione del 10 marzo, si discuterà delle strategie di guerra adottate dal generale, delle armi usate e di alcuni dei suoi primi provvedimenti legislativi che gettarono le basi per un paese costituzionale: provvedimenti a carattere politico e sociale, atti in favore della pubblica istruzione, confisca ed riutilizzo dei beni ecclesiastici e borbonici.

Per coloro che ne avessero interesse, sarà disponibile una carpetta contenente copia dei più significativi decreti garibaldini

Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato

Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

Ingresso Libero


Info:
0931/746931
0931/66960 (orario apertura Galleria)
cell.338/3646560
corradobrancato@hotmail.com

05 marzo, 2011

ARTE DONNA sesta edizione



ARTE DONNA 2011
sesta edizione
Anche quest’anno, in occasione della Festa della Donna , la Galleria Roma rende omaggio alla creatività delle sue socie con una mostra collettiva di pittura , scultura, grafica e fotografia, per valorizzare la figura della donna come pittrice e non più solo come soggetto dipinto, assegnandole il ruolo di protagonista della scena artistica a lungo dominata dalla figura maschile.
Questa mostra è innanzitutto un motivo per riscattare l’universo femminile da secoli di emarginazioni, soprattutto in arte, ed è anche l’omaggio più concreto che la Galleria Roma vuole fare in questo momento alla Donna per valorizzare la sua personalità, la sua creatività rendendola per una volta l’unica protagonista in Galleria.
Tutto questo si propone la mostra presentata dalla prof. Maria Teresa Asaro "ARTE DONNA" in programma a Siracusa presso la Galleria Roma di via Maestranza 110 , dal 5 al 15 Marzo 2011.

Organizzazione e Direzione Artistica: Corrado Brancato
Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

Ingresso Libero

nfo:
0931/746931
0931/66960 (orario apertura Galleria)
cell.338/3646560
corradobrancato@hotmail.com
www.galleriaroma.it

22 febbraio, 2011

Dal Regno di Sicilia al Regno d'Italia


"DAL REGNO DI SICILIA AL REGNO D'ITALIA " è il titolo della conferenza che Il prof. Francesco Purpura terrà giovedì 24 febbraio alle ore 18,30 nei locali di galleriaRoma, nell'ambito delle celebrazioni dei 150 Anni dell'Unità d'Italia indette dall'Associazione Culturale Nuova Galleria Roma.

Data la sua posizione geografica, la Sicilia, da millenni, è una sorta di ponte fra tre continenti. Popoli dalle più disparate provenienze, nuove idee, agguerriti eserciti, costumi di vita e traffici commerciali, attraverso la nostra Isola, sono giunti in Europa o dall'Europa sono arrivati in Africa ed in Asia. Persino il Cristianesimo è arrivato a Roma transitando per Siracusa. Inevitabilmente, anche l'Unità d'Italia non poteva realizzarsi che passando per la Sicilia.
La conversazione del 24 febbraio, dopo un breve excursus storico sulle origini del Regno di Sicilia, verterà sugli eventi che si susseguirono durante la prima metà dell' 800. Esaminando copia dei documenti rinvenuti nell'Archivio di Stato di Siracusa, saranno discussi i moti rivoluzionari, la violenta reazione delle autorità del tempo e le società segrete che, inevitabilmente, sorsero per contrastare un potere tanto arrogante e prepotente.

A ciascun socio sarà data una carpetta contenente copia dei documenti oggetto della conversazione.

Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato

Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

Ingresso Libero


Info:
0931/746931
0931/66960 (orario apertura Galleria)
cell.338/3646560
corradobrancato@hotmail.com

07 febbraio, 2011

Brigantaggio a Siracusa


galleriaRoma
Continua il ciclo di appuntamenti "I giovedì della Galleria" per le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Il prossimo incontro dal titolo “Brigantaggio a Siracusa” a cura di Mariarosa Malesani si terrà il 10 febbraio alle ore 18,30 presso la Galleria Roma in via Maestranza 110 Siracusa .

Il brigantaggio affonda le sue radici nel Medio Evo quando le bande venivano utilizzate dalle famiglie potenti in dispregio alle norme più comuni del vivere civile. Nei secoli il fenomeno conosce momenti di massima espansione e momenti relativamente tranquilli. Tuttavia le radici non vengono mai estirpate, anche perchè è difficile fare, in certi momenti, la distinzione tra banditismo, brigantaggio e mafia. Dal 1860 le condizioni sono diverse da quelle dei secoli precedenti perchè il nuovo regime savoiardo non dava risposte adeguate alle necessità delle popolazioni meridionali. L'indifferenza piemontese alla storia, alle tradizioni e alle attese di un popolo segnerà pesantemente l'isola per tutto il tempo avvenire. Anche nel Siracusano si espande il fenomeno supportato dalla coscrizione obbligatoria, dalle tasse sul macinato e dalle leggi repressive messe in atto contro una popolazione che, secondo i piemontesi, non voleva "civilizzarsi".

organizzazione e Direzione: Corrado Brancato

Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

Ingresso Libero


Info:
0931/746931
0931/66960 (orario apertura Galleria)
cell.338/3646560
corradobrancato@hotmail.com

03 febbraio, 2011

Nel Contemporaneo del gioiello


Nel contemporaneo del gioiello
Mostra di Salvo Li Puma

A cura di Salvatore Rapisarda

Sabato, 5 febbraio 2011, presso la sede della Galleria Roma si terrà la mostra “Nel contemporaneo del gioiello” di Salvo Li Puma. Per la prima volta saranno presentati al pubblico siracusano immagini grafiche e fotografiche che avvalorano il lavoro pluridecennale dell’artista sul design del gioiello. Un’altra facies estetica del maestro Salvo Li Puma, la cui innata creatività figurativa e senso dell’ordine compositivo si manifestano in ogni atto di produzione oggettuale, sia grafico, sia pittorico, sia plastico. Dall’esperienza milanese degli anni ottanta – notevole la produzione documentata dei disegni esecutivi di gioielli realizzati - alle ultime proposizioni progettuali, (con le tavole grafiche più recenti), si coglie la sapienza cognitiva materica e cromatica delle forme ideate e progettate. Strutture e geometrie espresse in configurazioni ritmiche, costruite su ferree simmetrie e dinamismi giustapposti: alchimie di equilibri e armonie del bello riconosciuto. Rifuggendo mode e manierismi, la conoscenza dei percorsi artistici e del design storico conduce il maestro Li Puma a rappresentare nelle preziose creazioni l’oggettualità della nostra modernità, a vivere l’iter delle forme del nostro contemporaneo, proiezione artistica del raffinato decoro, coerenza e corrispondenza del nostro percorso sociale tra etica ed estetica.
Salvatore Rapisarda

Organizzazione e
Direzione Artistica: Corrado Brancato

Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

Ingresso Libero




Info:
0931/746931
0931/66960 (orario apertura Galleria)
cell.338/3646560
corradobrancato@hotmail.com

01 febbraio, 2011

RIVOLUZIONE LAVORO E SANGUE nei canti popolari siciliani


galleriaRoma
via Maestranza 110
Siracusa

2011: 150 anni dell’Unità d’Italia
80 giorni di mostre, convegni e spettacoli

Nell'ambito delle celebrazioni dei 150 Anni dell'Unità d'Italia, indette Dall'Associazione Culturale Nuova Galleria Roma, Corrado Di Pietro parlerà di "RIVOLUZIONE LAVORO E SANGUE nei canti popolari siciliani", giovedì 3 febbraio alle ore 18,30.
La storia degli umili e degli ultimi, le attese e le speranze dei contadini siciliani, le illusioni e il sacrificio del popolo che credette nel sogno unitario dell’Italia: tutto questo si può leggere anche nei canti popolari del nostro popolo che rappresentano i documenti più autentici, passionali e appassionati di quel Risorgimento che non abbiamo mai studiato.
Le misere condizioni del popolo siciliano attraversarono tutto l’ottocento e si esplicitarono in particolar modo nel campo del lavoro contadino e in quello dei rapporti sociali. I Borboni consumarono il loro disegno feudale, vessatorio e ‘schiavista’, ancorandolo a una stagnazione esasperata di ogni possibile dinamica socio-economica, gravando in modo pesante sulle condizioni del popolo che non ebbe mai la possibilità di un salario dignitoso, di una casa adeguata, di una scuola per far studiare i propri figli, di una decente assistenza sanitaria e di una giusta amministrazione della giustizia.
Da questa situazione nacque il sogno italiano nei latifondi siciliani; si attese Garibaldi come il salvatore e il sovvertitore e grande fu l’entusiasmo che accompagnò e sostenne l’avanzata dei mille sul suolo siciliano. Nacque così la protesta, la rivoluzione, l’atroce satira contro Ferdinando di Borbone, e si attese l’avvento del nuovo regno, quello di Vittorio Emanuele di Savoia, per sperare in un progresso socio-economico che stava infiammando tutta l’Italia.
Ma tutto cambia perché nulla cambi, si potrebbe dire parafrasando Tomasi di Lampedusa; e la Sicilia restò immobile e schiacciata come prima, come sempre. Nacquero così i fasci siciliani, le prime lotte contadine per la terra, i briganti e la mafia fino a sfociare in quella galassia di arretratezza sociale e culturale chiamata ‘questione meridionale’.
La poesia popolare siciliana non tacque e non chiuse gli occhi su questi fatti. Si fece denuncia e protesta, riso sarcastico e amaro, accorato canto di dolore e di sofferenza, preghiera e rassegnazione.

27 gennaio, 2011

Dallo Statuto Albertino alla Costituzione


galleriaRoma
via Maestranza 110
Siracusa
"Dallo Statuto Alberino alla Costituzione" è il titolo della conferenza che l'avvocato Silvio Aliffi terrà giovedì 27 gennaio alle ore 18,30 nei locali di galleriaRoma, nell'ambito delle celebrazioni dei 150 Anni dell'Unità d'Italia, indette Dall'Associazione Culturale Nuova Galleria Roma.

La conferenza non ha l'obiettivo di esaminare le differenze giuridiche tra i due testi, ma di rapportare l'evoluzione giuridica di un popolo con il divenire storico, confrontando le leggi fondamentali di uno stato dalla fase iniziale della sua costituzione a quella di maturazione dello stesso dopo ben 150 anni. Diritto e società vanno di pari passo ed, infatti, l'Unità d'Italia passa anche attraverso una unità giuridica a fronte di una quasi medievale frammentazione politica che comportava la sussistenza e la coesistenza nella nostra terra di una diecina di ordinamenti giuridici, ormai anacronistici ed antistorici.

Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato

Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

Ingresso Libero


Info:
0931/746931
0931/66960 (orario apertura Galleria)
cell.338/3646560
corradobrancato@hotmail.com

19 gennaio, 2011

Il cinema racconta l'Unità d'Italia


galleriaRoma
via Maestranza 110
Siracusa
Giovedì 20 gennaio alle ore 18,30 nei locali di Galleria Roma di via Maestranza 110 Siracusa, il prof. Francesco D'Isa introdurrà il primo incontro nel calendario delle celebrazioni dell'Unità Nazionale dal titolo "Il Cinema racconta l'Unità d'Italia". Saluterà gli ospiti il presidente Salvatore Zito.


Nel corso della serata saranno proiettati spezzoni dei film:
1860 - I Mille di Garibaldi 10 min.
Viva l’Italia 10 min.
Bronte 4 min.
Allonsanfan 11 min.
Senso 10 min.
La Pisana 15 min.


I 2 film che trattano specificatamente del tema dell’unità d’Italia, 1860 di Alessandro Blasetti e Viva l’Italia di Roberto Rossellini sono accompagnati dal film Bronte di Florestano Vancini che illustra un episodio marginale del processo unitario. Allonsanfan dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani e Senso di Luchino Visconti incorniciano cronologicamente il fenomeno unitario attraverso un prima che si colloca ai tempi della Restaurazione postnapoleonica e un dopo incentrato sul passaggio di Venezia al Regno, entrambi indugiando in modo immaginifico sulle astrazioni, furoristiche e utopistiche, insite in ogni progetto storicamente rivoluzionario.
Concluderà la serata “La Pisana”, regia di Giacomo Vaccaro, sceneggiato televisivo tratto dal romanzo Le confessioni di un italiano (1867) di Ippolito Nievo. Prodotto dalla RAI nel 1960 in occasione dei 100 anni dell’Unità d’Italia e che rivelò al grande pubblico l'attrice Lydia Alfonsi.

Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato

Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

Ingresso Libero


Info:
0931/746931
0931/66960 (orario apertura Galleria)
cell.338/3646560
corradobrancato@hotmail.com

10 gennaio, 2011

VIVA L'ITALIA commemorazione dei 150 anni dell'Unità


Palazzo Impellizzeri
via Maestranza Siracusa
Sabato 15 gennaio alle ore 18,30 "VIVA L'ITALIA" inizio commemorazione dei 150 anni dell'Unità
Salvatore Zito conduce una conversazione sul tema dell'Unità d'Italia con, Luigi Amato, Padre Luca, Mariarosa Malesani, Michele Mangiafico, Nino Portoghese, Fabio Rodante, Salvatore Santuccio.
Musiche risorgimentali eseguite dal duo di chitarra “Suoni Nuovi”
Musiche di intrattenimento con il pianoforte di Umberto Riera e la fisarmonica di Nino Parisi
Costumi di Stefania Federico
Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato

Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

Ingresso Libero


Info:
0931/746931
0931/66960 (orario apertura Galleria)
cell.338/3646560
corradobrancato@hotmail.com

http://www.galleriaroma.it/

San Sebastiano nella tradizione siracusana


galleriaRoma palazzo Rizza
via Maestranza 110 Siracusa

Giovedì 13 gennaio alle ore 18,30 Mariarosa Malesani parlerà di San Sebastiano nella tradizione siracusana

La devozione a San Sebastiano inizia nel XVII sec. e suscita subito grande affezione nel popolo Siracusano che, in un secolo di grandi carestie e pestilenze, trova conforto nella dedicazione al Santo protettore contro la peste. Una delle confraternite più antiche e numerose di Siracusa, la fratellanza di San Sebastiano, diventa devota custode delle tradizioni e amorevole curatrice del simulacro e delle reliquie.
La città, dopo un periodo d'indifferenza, dovuto anche allo spostamento del Porto e dei portuali ad Augusta, sembra rivivere da qualche anno la tradizione della festa del Santo grazie al ritrovato impegno dei vecchi e nuovi portuali, dei Vigili Urbani e di tutti coloro che collaborano affinché il Santo ritrovi la pietà popolare. .
Per far conoscere le tradizioni della festa e il grande affetto verso il Santo proponiamo filmati d'epoca gentilmente messi a disposizione dalle famiglie Russo e Vinci, da sempre tra i più validi ed affezionati devoti di San Sebastiano.

Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato

Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

Ingresso Libero


Info:
0931/746931
0931/66960 (orario apertura Galleria)
cell.338/3646560
corradobrancato@hotmail.com

03 gennaio, 2011

Alda Merini poetica e sofferenza psichica


galleriaRoma
via Maestranza 110 Siracusa

Giovedì 06 gennaio alle ore 18,30 Giuseppe La Delfa presenterà l’antologia in memoria di Alda Merini, nel corso della serata sarà proiettato un video storico sulla vate dei navigli e ascoltato poesie inedite della poetessa e dei poeti partecipanti all’antologia.


ALDA MERINI POETICA E SOFFERENZA PSICHICA

Alda Merini è stata una delle maggiori poetesse italiane contemporanee.
Straordinaria in tutto: come donna , come poetessa , come scrittrice e come pianista.
La sua poetica, fatta di profonda e ardente visionarietà, ma nello stesso tempo sommessa di inquietudine.
I suoi temi sono stati il dolore, la follia, la carnalità , la spiritualità, l’amore, la sofferenza, la famiglia, le dediche alle persone care, agli amici e conoscenti, ai grandi poeti, scrittori ed intellettuali. Libri come il Magnificat, il Poema della Croce, Corpo d’amore, il Cantico dei Vangeli e Francesco nessuno li ha scritti. Posso affermare e testimoniare che negli ultimi tempi si era avvicinata alla chiesa cattolica frequentando l’arcivescovo Mons. Ravasi ricevendo apprezzamenti ( si stimavano reciprocamente) , in passato apprezzava e frequentava tanto padre Davide Maria Turoldo tra l’altro grande poeta , officiò il matrimonio tra la poetessa e Carniti . Ritengo che l’arcivescovo e dulcis in fundo”, un monaco francescano Le fu vicino in punto di morte e dare l’unzione degli infermi all’illustre poetessa.
Da me ha accettato le preghiere poco prima della Sua dipartita avvenuta improvvisamente per un tumore fulminante alle ossa. Il manicomio l’ha forgiata e corazzata contro le insidie del mondo.
Le più belle poesie le ha scritte durante la sofferenza , nella prima gioventù, negli anni 80, 90 e fino ai nostri giorni della Sua immatura scomparsa . L’ultimo libro dal titolo “CARO PADRE” fu dedicato al suo maestro Padre Davide Maria Turoldo.

Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato

Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

Ingresso Libero


Info:
0931/746931
0931/66960 (orario apertura Galleria)
cell.338/3646560
corradobrancato@hotmail.com