29 novembre, 2007

CANTUNOVU IN CONCERTO












Aula Magna "Ipsia"
via Piazza Armerina 1
Siracusa

concerto dei
Cantunovu
1 dicembre ore 20,00

MUSICAPICTA












Chiesa di Santa Lucia alla Badia
Piazza Duomo 7 Siracusa
musicapicta
immagini del suono in Sicilia
tra medioevo e barocco
dal 16 novembre 2007 al 7 gennaio 2008.


25 novembre, 2007

Epistrophè





Sabato 15 dicembre, alle ore 17
Sala Borsellino di palazzo Vermexio
incontro culturale
Epistrophè discesa (agli Inferi) e ritorno
relatori
Lucia Arsì presidente Centro Culturale Epicarmo
Raccontare il ritorno, dal labirinto
Luigi Turinese medico, psicologo analista AIPA, scrittore, presidente Istituto Mediterraneo di Psicologia Archetipica
Semi di trascendenza nella Psicologia Archetipica
Riccardo Mondo psicologo analista AI PA, saggista,presidente Associazione Crocevia
Il sogno: discesa notturna nel regno di Ade
interventi del pubblico

23 novembre, 2007

Gianfranco Bevilacqua






















Gianfranco Bevilacqua

Le morbide figure di Gianfranco Bevilacqua
Gli scultori amano sfidare lo spazio; a volte lo chiudono dentro le forme e a volte lo allontanano, altre volte ancora lo spingono dentro i corpi fino a imprimere dinamismo alla materia. In ogni caso si dice che la scultura sia essenzialmente una forma chiusa o aperta nello spazio o, se preferite, uno spazio tagliato dalla materia.Gianfranco Bevilacqua conosce bene questo giuoco di vuoti e di pieni e imprime alle sue sculture una flessuosità e una morbidezza di linee che ci riportano da un lato alla scultura classica e dall’altro al dinamismo della concezione futurista.I corpi in movimento, le membra protese al cielo, i corpi allungati e vuoti, le vesti che si aprono in larghe pieghe che modellano le forme, tutto è mosso dall’aria che entra in queste sculture e pare che uno spirito creatore, soffio vento turbine, dia vita all’informe materia che si fa figura fluttuante nello spazio.Sono figure in creta monocroma, da 50 a 60 centimetri di altezza, di un marrone caldo, colore della terra, di una serena eleganza, belle da vedersi e da girare da tutte le parti. Sono generalmente corpi femminili, forse perché i nudi e i seminudi femminili meglio si prestano alla rappresentazione della linea morbida e flessuosa; e sono anche sculture originali, nuove nel panorama dell’arte della creta che siamo abituati a vedere.....
Corrado Di Pietro

22 novembre, 2007

Grazyna Czogala




Grazyna Czogala

Nata nel 1970 a Raciborz in Slesia è cresciuta a stretto contatto con la natura di quella regione della Polonia. Il suo primo approccio artistico con la bellezza del Creato è avvenuto attraverso la fotografia, studiata all’Istituto Magistrale. Ne è seguita la formazione universitaria all’Università di Slesia, dove si è laureata in educazione artistica, prendendo il diploma in pittura. In seguito ho lavorato come insegnante di Arte ai vari livelli scolastici, coltivando nel frattempo la passione sia per la fotografia che per la pittura. Nel 2000 si è trasferita a Siracusa, cercando di partecipare alla vita artistica e culturale di questa città. Nel 2002 ho partecipato all’estemporanea di pittura della Festa del Mare, ottenendo il primo premio. L’anno scorso si è laureata in pittura all’Accademia delle Belle Arti “Rosario Gagliardi”. Ama il colore, la pittura per Grazyna è colore. Usa sia i colori ad olio che gli acrilici come pure i pastelli . Recentemente si è avvicinata all’acquarello.

Virginia Garofalo




Nasce a Siracusa il 30 Maggio del 1983 giovane artista d’animo solitario inizia i suoi primi esperimenti con l’arte sin dall’infanzia, dimostrando grande interesse per il disegno e la pittura. La sua formazione artistica ha inizio nel 1997 con l’iscrizione presso l’Istituto Statale d’Arte “A Gagini” di Siracusa, qui intraprende il corso di decorazione, e in questi anni apprende lo studio del disegno dal vero, ma anche le diverse tecniche pittoriche, dall’affresco alla tempera. Dopo accurati studi ottiene il titolo di maestro d’arte ed in seguito il diploma in decorazione. Dal 2002 al 2003 frequenta l’Accademia di Belle Arti “Mario Minniti” di Siracusa, negli anni successivi dal 2003 al 2006 si trasferisce presso l’Accademia di Belle Arti “Rosario Gagliardi” di Siracusa dove consegue il diploma di laurea di primo livello. In questi anni predilige una pittura figurativa, legata allo studio di una realtà minuziosa, fatta di paesaggi, e di figure umane.Ma la sua evoluzione artistica avviene negli anni successivi quando non essendo più legata agli schemi accademici, comincia a sperimentare una pittura legata al sogno, prendendo ispirazione da artisti surrealisti come Dalì. I quadri proposti fanno spazio a figure distorte come alberi dalle sembianze umane, oppure paesaggi notturni dai toni scuri e tenebrosi.
Nel 2003 partecipa con due dipinti alla manifestazione dal “Bello al Bene”, presso l’unità operativa di medicina interna dell’Azienda Ospedaliera “Umberto I” di Siracusa.

CONTEMPORANEAMENTE





















Mostra Collettiva d'Arte Contemporanea
CONTEMPORANEAMENTE

Enrico Adorno, Laura Alessi, Barone Bartolo, Nello Benintende, Gianfranco Bevilacqua, Claudio Cristina, Virginia Garofalo, Grazyna Czogala, Monica Dresda, Rosario Fortuna, Francesco Floriddia, Giuseppe Giardina, Vittorio Giaracca, Angelo Giudice, Teresa Implatini, Andrea Latina, Daniele Luca, Miryam Yazidi , Davide Napolitano, Amedeo Nicotra, Valentina Nicotra, Francesca Nobile, Tomie Nomiya, Giacomo Perticone, Federica Renda, Elisabetta Sanfilippo, Beatrice Santuccio, Luca Scamporlino, Stefania Tiralongo.
24 Novembre 4 Dicembre

21 novembre, 2007

CONTEMPORARY ART AND STREET CULTURE
























Palazzo Impellizzeri
via Maestranza
Siracusa
CONTEMPORARY
ART AND STREET CULTURE
Art director: Francesca Nobile

30 Novembre- 2 Dicembre

19 novembre, 2007

Nello Benintende


Le aeree forme di Nello Benintende Un alito d'aria, un battito d'ali, una leggiadria di forme, una serena armonia di linee, un'emozione eterea; così ci appaiono le sculture di Nello Benintende. E così, sospese tra l'aria e la luce che evidenzia la materia, ogni scultura ci racconta di un'arditezza di pensiero e di stile che avevamo dimenticato nel groviglio delle forme astratte e prive di senso, nel buio d'un pensiero senza emozioni. Se l'artista è innanzi tutto il sacerdote del proprio tempo e le sue opere null'altro sono se non l'atto liturgico di una personalissima fede, allora è da vedere in queste opere tutta la tensione dell'uomo verso l'alto, il ripiegarsi a volte su se stesso per attendere ad una riflessione sulla sua natura e il proiettarsi poi verso un cielo di metafisiche presenze. C'è, infatti, nelle sculture che presentiamo un richiamo di esperienze artistiche del novecento dal metafisico al surrealismo all'informale; un cammino che ha portato Nello Benintende verso un'originale elaborazione delle sue istanze artistiche, sviluppando forme che giocano con i volumi sempre con estrema felicità stilistica.
Corrado Di Pietro

Enzo Assenza



Enzo Assenza

Nato a Pozzallo (Ragusa) l'8/10/1915, morto a Roma il 5/11/ 1982. A Modica, nella bottega del padre Giorgio decoratore e scultore, e nello studio dello zio materno, il sacerdote Orazio Spadaro, pittore per hobby, il nostro Enzo, e con lui, altri due fratelli degli 8 fratelli, Beppe e Valente, che poi diventeranno rinomati pittori, ricevono i primi insegnamenti. Fin dall'infanzia, sente il fascino della scultura, la creta di pietre nere è la sua materia prima, modellando, già a 12 anni, dei presepe che regala a parenti e ad amici. A soli 12 anni trasloca a Siracusa, dove il padre si è dovuto trasferire per un lavoro importante, e qui realizza i primi lavori, affidando, la sua spiccata manualità e sensibilità artistica; conosce gli intellettuali aretusei dell'epoca, V. Brancati, S. Quasimodo, Annibale Ninchi, a cui allora dedica un busto in marmo levigato. A 16 anni compiuti, nel 1932, insieme al fratello Valente, si trasferisce a Roma per studiare all'Accademia BB.AA. ed all'Accademia di Francia. Grazie ~ alla protezione di Margherita ~" Sarfatti e di amici vicini agli ambienti di corte, nel 1934 ottiene dalla regina Elena una borsa di studio che dà ossigeno alle sue giornate; quasi libero dal sogno immediato, può dedicarsi con maggiore serenità alle sue creazioni, acquistando soprattutto una notorietà sempre più crescente. Inventore di un nuovo metodo per la ceramica metallizzata, realizza con questo materiale la monumentale Abside per la Cattedrale di Hartford nel Conneticut. La sua prima mostra personale a Palazzo Torlonia (Roma, 34), partecipa alla mostra d'arte contemporanea (Siracusa,'35), alla Biennale (Venezia,'35,'56), alla Quadriennale (Roma,'38,'43,'51 55,59), alla mostra d'arte contemporanea (Siracusa, 48) con esecuzione della statua di 5. Lucia, in legno dorato, per la chiesa di 5. Lucia a Buenos Aires; collettiva al circolo di cultura ed arte (Siracusa, 49), mostra personale alla galleria Margutta (Siracusa, 73), è presente nella galleria d'arte moderna di Roma, Firenze, Assisi e Stoccolma ed ha avuto, tra l'altro, assegnato il premio Sileno d'oro, infine ampia retrospettiva, su iniziativa della moglie Lydia, alla Cripta del Collegio (Siracusa, 84); recentemente ( 99) è stato inaugurato, a Modica, il museo Assenza, mentre sue opere e di tutta la famiglia sono a Palazzo Musso (Pozzallo-Rg).

Enrico Adorno






























Enrico Adorno
Se proiettiamo una miriade di coordinate che idealmente compendiano il corso della vita umana, ci accorgeremo che le stesse si disporranno in modo da comporre un disegno nel quale riconosceremo le inquietudini, le paure, gli entusiasmi, le conflittualità, le contraddizioni, le attese che riguardano la condizione propria dell'uomo.Per mezzo di una pittura autentica, Enrico Adorno da la sua risposta, anche se non definitiva, anzi sempre in evoluzione ed appunto per questo ricca, agli infiniti quesiti latenti nel nostro animo.Essa risposta si visualizza in opere o dalle forme intrise di atmosfera metafisica o permeate di motivi simbolistici o, ancora, racchiuse in un geometrismo cubista che, di volta in volta, mettono in luce la diversità di generi pittorici nel rigoroso rispètto della trasparenza, della coerenza, dell'esperienza. Requisiti che permettono all'artista di poter spaziare, ripescando nelle memorie di civiltà passate e presenti, su una tavolozza dove ogni colore ha la propria storia da raccontare.La ricchezza di sfumature tematiche e cromatiche è la risultante di una interiore pienezza contenutistica, dove il bisogno di fare leggere una realtà, ora cupa e opprimente ora solare e gioiosa, diventa ferma volontà di trasfondere in chi guarda queste sensazioni.La figura umana si impone nelle tele di Adorno con una forza tale da lasciare tracce tangibili che parlano di solitudine, di malinconia, di sdoppiamento tra finzione e realtà, di incomunicabilità, sempre protesa allo svelamento di valori assoluti ed alla continua e sofferta ricerca della verità.Nella pittura di Adorno l'esigenza di dare forza etica al suo lavoro è sostenuta dalla capacità dell'artista di progettare, di sperimentare forme nuove, di interrogarsi continuamente e di condurre con umiltà una ricerca capace di confrontarsi e di usare la libertà di pensiero, sottraendosi a contaminazioni di mode effimere. . ;Un'umiltà intrisa anche di una valenza religiosa: quella di riconoscersi poveri e riempire in propria povertà con qualcosa di eterno. Il timore che l'anima dell'uomo contemporaneo sia fuggita altrove diventa il motivo conduttore del suo maturo e personale linguaggio estetico»Dietro le sue composizioni figurative o astratte, Adorno lascia intravedére il desiderio di dare una chiara forma alle cose, di offrire quasi una certezza in un mondo pieno di linee sfuggenti, di creare la possibilità di fermarsi per non essere risucchiati dal vortice della più deleteria contemporaneità, donandoci anche il privilegio di "guardarci dentro". Ed è, questa stasi introspettiva, necessaria ed improcrastinabile in quanto contrapposta al dinamismo frenetico, dispersivo e vuoto che caratterizza la nostra epoca.Anche la corposità del colore sembra voler suggerire che le cose dipinte hanno un loro peso e restano fissate sulla tela lasciando un'impronta della loro essenza: un'idea di "permanenza" che si oppone ad un mondo dalle mille apparenze.Ma allo stesso tempo, in questa meditazione sulla condizione umana, si scorgono anche elementi arcaici, che nella essenzialità della forma, attraverso un processo di riduzione, rimandano ad una concezione dell'alte intesa non come frattura spazio-temporale, ma come continuità dell'esperienza umana.L'amore e il coraggio nel voler dare e trasmettere agli altri piccole verità messe a nudo, vestite di forme e colori, sono a mio parere segno di purezza mentale, che va intesa e riconosciuta come la più grande conquista sul piano umano, prima ancora che su quello artistico.

ORNELLA FAZZINA critico d'arte

16 novembre, 2007

I MANIFESTI DI SANTA LUCIA
























I MANIFESTI DI SANTA LUCIA
Santa Lucia
una devota collezione aretusea

In questa mia ricerca ho scavato più in profondità, per "vedere" nei cuori delle persone che amano e venerano la nostra Santa della Luce. Cerco ancora di scoprire, per comprendere la loro tradizione popolare, che ha radice molto profonda.
Questa ragione mi ha spinto a fare ricerche anche attraverso i manifesti che recitano i festeggiamenti di Santa Lucia in Italia.
Manifesti che in questa mostra sono l'argomento coinvolgente, che rappresentano un incontro religioso in culture diverse.
Ci sono località in Italia, dove, il 13 dicembre, è usanza distribuire ai poveri, pani, detto per il loro particolare forma "occhi di Santa Lucia" oppure, come a Palermo e in altre parti della Sicilia, in segno di digiuno mangiano solo la cuccia.
Nella tradizione cattolica il digiunare è stato ritenuto sempre un grande onore, perché facilita l'apertura dell'uomo con un altro cibo, quello della parola di Dio. La cuccia è un dolce particolare che per alcuni è diventata una moda, quindi niente a che vedere con il digiuno.
Nei due punti estremi dell'Italia, nel paese di Corleone come pure a Milano, la sera del 12 dicembre è usanza accendere i lumini sul davanzale della finestra, in ricordo della luce di Lucia che ha sconfitto le tenebre del peccato....
Benito Aprile

15 novembre, 2007

Realizzazione:

Realizzazione:

Il Sarcofago di Adelfia












IL SARCOFAGO DI ADELFIA
Il sarcofago di Adelfia, scoperto nelle catacombe di S. Giovanni a Siracusa il 12 giugno 1872, è il monumento iconografico più insigne della Sicilia cristiana. Risalente al IV secolo, esso porta a grande rilievo una sessantina di figure, distribuite a gruppi in tre scompartimenti rettangolari, due sul parapetto e uno sul coperchio. Al centro una grande conchiglia raffigura i busti di due coniugi illustri, il conte Valerio e Adelfia

Le Antiche Siracuse























LE ANTICHE SIRACUSE
Il fascino o, se si vuole, il fantasma mitico delle Siracuse ha sempre alimentato la curiosità di storici e viaggiatori di tutti i tempi, come anche di governanti. Non sembra esistere autore, che abbia indagato sui motivi della fama di Siracusa antica, rimasto insensibile all'opinione dei grandi del passato.
Pindaro la definisce «Megalopolis» e Cicerone afferma «urbem Syracusas maximam esse graecorum urbium».
In tempi più moderni Francesco Bonanni, nipote di quel Giacomo Bonanni, Duca di Montalbano, che raccolse in un volume le memorie di Siracusa dopo il Mirabella, riferisce: «molti scrittori, fin dall'antichità, van quasi a gara cercando epiteti per dichiararci al modo possibile la sua magnificenza», e ancora: «tra le memorie illustri, che rendono onorevole il nome siciliano, quelle dell'Antiche Siracuse sono, senza dubbio alcuno, le più degne e le più famose (...) da vari scrittori in vari tempi celebrate».

14 novembre, 2007

Jean Houel

















JEAN HOUEL

Il 28 giugno 1735, a Rouen, da Marie-Louise Chefdeville e da Jean-Pierre Hoüel, costruttore di tetti d'ardesia, nasce Jean-Pierre-Louis-Laurent Hoüel. Il giorno dopo, come mostrano i registri degli archivi ecclesiali della città, viene battezzato nella chiesa di Saint-Nicaise. Primogenito, ebbe in seguito tre sorelle e tre fratelli. A Rouen, antica capitale della Normandia situata sulla Senna, Jean Houel, a quindici anni, frequenta la Scuola di Disegno diretta dallo studioso d'arte fiamminga Jean- Baptiste Descamps. Dal padre, tre anni dopo, è avviato allo studio dell'architettura presso il prestigioso studio di Thibault il Vecchio.

Statue Strane














Statue strane

Novecento siracusano

























Novecento Siracusano
Tirare un primo, provvisorio bilancio del Novecento Artistico Siracusano non è stato, a dire il vero, impresa di poco conto, ed ovviamente mi scuso anzitutto con gli Artisti, che, nati dopo il 1940, non sono stati inseriti in questa mia indagine, ma certamente capiranno che non per questo non sono stati tenuti nella giusta e dovuta considerazione ed anzi auguro Loro di smentirmi nel tempo !
In questa mia accurata ricerca ho tentato, lungo l'arco di ben 8 anni di attività recensiva, di documentare una stagione lunga e felicissima, ricca di linguaggi pittorici diversi, attraverso i lavori di ben 50 Artisti, nati a Siracusa prima del 1940, o che vi hanno vissuto e lavorato per un certo periodo di tempo, ed hanno però inciso molto e profondamente nel tessuto artistico aretuseo del Novecento ! Gli artisti esclusi non si considerino dei tintori o dei pittorini domenicali, sappiano che è stata presa in considerazione solo e soltanto degli artisti più rappresentativi del Novecento siracusano !
Sciascianamente incompetente d'arte, mi considero solamente un appassionato collezionista degli artisti di casa nostra, senza velleità alcuna di critico d'arte ! Valete


Paolo Bonaiuto

Fra le nuvole di Francesca Nobile



Amo l’Arte, amo i colori, la vita, essere leale, sincera. Cambio spesso idea finché non trovo quella giusta, confondo le mie riflessioni con le mie decisioni, ho poca memoria, non guardo la tv, leggo poesie, mi piace il caffè lungo, i film romantici, piango, non posso vivere senza vedere il mare, amo le cose brutte e storte, amo le puzze negli angoli delle città diverse e i profumi, amo viaggiare, credo in Gesù, nelle persone e nella loro sensibilità, credo nell’amicizia e spero nell’amore, nella vita dopo la morte, nella pace. Amo la materia nei quadri, i “rifiuti” che lasciamo sono la testimonianza dell’esistenza, amo le immagini, i simboli, gli occhi della gente, il miele e il cibo tutto, fumare e bere ogni tanto, la musica, creare abiti, opere, quadri, fare cose che non c’erano con le mie mani e la testa, amo toccare e odorare ogni cosa, amo Sentire, ho paura della morte, amo la mia famiglia e tutti quelli che s’impegnano per fare qualcosa di buono bene e ci riescono, sono artisti quelli che sanno cucinare, dipingere, suonare, correre, ma che lo fanno bene e con dedizione, amo chi vuole migliorare ogni giorno, amo gli alberi che crescono, i tramonti e l’alba, la ciclicità rassicurante, gli imprevisti che ti spiazzano e cambiano tutto, odio decidere e quando devo farlo sto male, ho paura del cambiamento..ma poi mi piace, amo il naso di mia sorella, il sorriso di mia madre, le mani di mio padre, amo comunicare senza o con poche parole.

Francesca Nobile

13 novembre, 2007

ERNESTO PORTAS. VERSO LA LUCE













Catania - Artesia Galleria d'Arte
dal 10 novembre al 1 dicembre 2007
ERNESTO PORTAS. VERSO LA LUCE

Inaugurazione: sabato 10 novembre 2007, ore 18.30

Dopo tre anni di assenza torna in Sicilia il pittore spagnolo Ernesto Portas con un prezioso evento culturale che si terrà dal 10 Novembre al 1 Dicembre 2007 presso la galleria d'arte Artesia (Catania, Corso delle Province, 32 a/b).
In occasione dell'inaugurazione della personale "Verso la luce" (sabato 10 Novembre, ore 18.30) saranno infatti presentate la nuova cartella litografica "Il valore dell'emozione" di Ernesto Portas e il volume "Un mundo de poesia" di Mercedes de Caso, con immagini realizzate appositamente dal Maestro.
Lirica, pittura e grafica si fonderanno per celebrare forme, colori e spazi senza tempo.

12 novembre, 2007

Anna Bialecka




Nata a Ostrowiec (Polonia) nel 1959.
Dopo il liceo classico ha frequentato l'accademia di belle arti della città di Varsavia e si è successivamente laureata in Filologia Russa nell'università della stessa città, senza mai tralasciare la sua passione per la pittura in generale e la ritrattistica in particolare.
Successivamente ha insegnato disegno nella scuola statale polacca.
Ha partecipato a mostre collettive esponendo i suoi lavori insieme al "Gruppo Dieci" di Ostrowiec in parecchie città della Swietokrzyski.
Da circa due anni si è trasferita in Sicilia. Vive nella campagna siracusana, dove ha avviato un'intensa attività di ritrattista.
Suoi lavori fanno parte di collezioni private di Siracusa, Roma e Città del Messico.
Anna Bialecka eseque ritratti su commissione.

"Nuvole" Inaugurazione della Mostra Personale di Marika Cassone


realizzazione:Dario Agnello
Per questa sua personale di fotografia Marika Cassone ha scelto il tema delle nuvole e del cielo, quello celeste e azzurro, quello nero e grigio, quello rosso e quello smeraldo, quello accecante e quello tenue dell’ultima luce di un giorno come tanti, sempre sotto lo stesso, infinito cielo. Non è difficile lasciarsi condurre attraverso i contorni delle sue nuvole che danzano silenziosamente nell'atmosfera sospesa.. Aggirandosi con lo sguardo tra di esse si entra subito in una aura onirica legata all’evanescenza dei sogni, impalpabili come le stesse nuvole ed allo stesso tempo reali quanto queste.
Lasciatevi andare, lasciatevi cullare dal fascino ineffabile di queste eteree creature, legato forse al loro moto incessante, al loro contorno mai identico che incoraggia il nostro sguardo a seguire la mutevole casualità della loro forma conducendoci tra i paesaggi di cielo intrappolati nell'attimo fuggente dello scatto.
La fotografia di Marika Cassone si esprime tradizionalmente in una grafica soave e leggera supportata dall’uso della fotografia tradizionale che ancora, malgrado l’immagine digitale, riesce ad incantarci con infinite gamme di colori dai tenui contrasti e che a meraviglia si adatta per scrivere delicate pagine di forme e di colori del cielo e dei suoi fantasiosi abitanti: le nuvole.
Per realizzare questo lavoro l’autrice non ha puntato verso l’alto solo l’obiettivo del suo apparecchio fotografico, ma vi ha dovuto concentrare tutta la sua sensibilità e quindi il suo cuore per racchiudere in un rettangolo di carta fotografica un po’ di quel tempo stranamente sospeso in cui vagano col vento le nuvole e forse qualcosa di noi stessi.

(salvatore zito)

Chiesa di Santa Maria della Concezione Siracusa



Versione parziale e in formato ridotto del CD realizzato da Corrado Brancato

11 novembre, 2007

Premio di giornalismo Vitaliano Brancati

Sala Convegni dell’Hotel Roma
via Roma – Siracusa
sabato 10 novembre

I premiati:



Paola Saluzzi



Gianni Minoli



Franco Siddi



Younis Tawfik, ritira il premio Mustafa Nano



I segnalati




Andreja Restek
Nata in Croazia ma residente in Italia. È una delle più accreditate fotoreporter che lavorano in Italia




Ornela Hila,
Direttrice del settimanale albanese Gazeta Vlora Per il forte impegno culturale, politico e sociale che caratterizza il giornale da lei diretto.




Damiano Chiaromonte
Segretario Provinciale dell’Associazione Siciliana della Stampa, per la sua attenta e sollecita attività sindacale a favore dei giornalisti siracusani.




Piantiamo alberi insieme

ASSOCIAZIONE CULTURALE
“ RICERCARTE”
Via d’Ondes Reggio 8/a 90127 Palermo info: te. 0919823948 cell. 3477768948
www.ricercarte.com e-mail Naire.Feo@ricercarte.com


Comunicato stampa
Giovedi 8 Novembre 2007, alle ore 19,30 presso il Consolato del Marocco a Palermo via Villa Verona 35 verrà inaugurata la mostra collettiva d’arte contemporanea dal titolo: “ Piantiamo alberi insieme”.Trattasi di una mostra a scopo benefico, di cui i proventi della vendita delle opere verranno devoluti al progetto:RECUPERO TERRE NEL SAHEL BURKINABE’.La mostra verrà ospitata nelle città di.FIRENZE,FORLI’,MONTEVARCHI(AREZZO) . La mostra curata dal critico Salvo Ferlito e dall’associazione culturale RICERCARTE di Palermo ,la quale ha chiesto la collaborazione da parte di noti artisti del panorama nazionale per raggiungere questo obbiettivo. La mostra realizzata col patrocinio della Provincia di Palermo,Reach Italia, Otto per mille,e la radio R.V.S.La mostra sarà visitabile fino al 22 Novembre 2007 con i seguenti orari.Tutti i giorni 10.30-13.00 16.30-20.00 festivi compresi.


Allego elenco artisti: Giorgio Chiesi, Piero Gilardi, Giovanni Leto, Lillo Messina, Vincenzo Nucci, Carmelo Candiano, Salvo Caruso, Turi Sottile, Filippo Scimeca, Calogero Barba, Antonella Affronti, Togo, Luciana Anelli, Renzo Calzavara, Marco Bonafè , Marcello Castiglia, Gaetano Cipolla, Filli Cusenza, Bartolomeo Conciauro, Demetrio Di Grado, Angelo Denaro, Rosetta D’Alessandro, Naire feo, Gaetano Li Grani, Tatiana Giannilivigni, Gilda Gubiotti, Donato Larotonda, Anna Kennel, Pino Manzella , Giuseppe Fell, Fabio Mirri, Alessandro Monti, Franco Mulas, Elena Pagani, Franco Panella, Antonino G: Perricone, Massimo Piazza, Giuseppina Riggi, Enzo Sciavolino, Tommaso Serra, Giovan F.P. Madonia,Tino Signorini, Enzo Tardia, Ernesto Tavernari, Claudio Testaverde, Fiorenza Valenti, Maria Vinci, Totò Vitrano, Peppe Caiozzo, Sebastiano Caracozzo, Vittorio Silvestri, Gianni Maria Tessari, Silvano Braido, Maria Militello. Alessandro Di Giugno, Stefania Romano, Paola Sanguedolce.

10 novembre, 2007

Davide Napolitano

Tante cose potrebbero dirsi del lavoro di Davide Napolitano;certamente a noi non compete parlarne dal punto di vista tecnico,altri lo hanno fatto in maniera eccellente ,quali lo scrittore Giuseppe Drago,e di recente il poeta Salvatore Cagliola:entrambi hanno scritto delle cose molto belle sull'arte di Davide Napolitano.A noi del circolo Arci "ISKRA" di Pachino,del quale Davide è socio fondatore,interessa oltre l'aspetto artistico, l'aspetto "politico" del suo lavoro, quello che a noi sembra il suo impegno civile attraverso l'arte.Le sue mostre sono per noi occasione per parlare di ambiente.Per capire cio' bisogna spiegare un po' la situazione del nostro territorio.Fino a trent'anni fa la campagna di Pachino era uno splendore,vigneti,uliveti,campi di grano,una terra baciata dal sole,privilegiata da particolari qualità organolettiche che rendeva pregiato qualsiasi prodotto.Da trent'anni a questa parte le politiche agricole adottate hanno avuto impatti scellerati sul paesaggio; l'illusione di uno sviluppo che avrebbe portato ricchezza ha fatto sì che le case di campagna,le masserie ,i palmenti fossero abbandonati,i vigneti fossero estirpati,i campi di grano eliminati a favore di colture in serre,serre che hanno devastato il territorio;ormai al posto del verde abbiamo solo distese di plastica da cui spunta qua e là qualche sparuto ciuffo di albero.A volte facendo delle passeggiate abbiamo l'impressione che ci manchi il respiro.Il fatto è che la ricchezza se c'è stata (solo pochi si sono arricchiti a livello personale - il paese è paralizzato da logiche individualistiche) non si è certamente tradotta in una ricchezza sociale e culturale per il paese.Da due anni si parla di gravi crisi dell'agricoltura a Pachino.Stesso discorso vale per le coste,selvaggiamente cementificate.A Pachino l'idea di turismo sostenibile e di turismo culturale non viene contemplata ma neanche il turismo in sè viene vissuto come una risorsa importante.Ecco la pittura di Davide ci mostra tutto quello che stiamo perdendo.Negli ultimi quattro anni il nostro circolo ha voluto inserire nelle proprie attività culturali le mostre che Davide ha tenuto a Marzamemi ,in estate, e questo non solo per amicizia ma soprattutto per la condivione di tematiche trattate.Appassionato della natura,buon conoscitore di piante e animali della nostra zona,strenuo difensore dell'ambiente e del paesaggio,ecologista della prima ora.La sua è una pittura senza trucchi e senza inganni,del qui e ora,quasi a fermare il tempo.Fedele alla realtà,alla luce del momento (ma mai cartolina)eppure atmosfera irreale ed evocativa.Dirompente e gioioso nei colori:il giallo del grano,il rosso dei papaveri,l'azzurro del cielo ma assorto e solitario nella ricerca dei luoghi da ritrarre.La sua pittura si nutre di sole e di luce ma nasconde sia l'amarezza di cose che stanno per perdersi,fagocitati da da un decantato sviluppo che non è poi sfociato in un progresso civile e culturale, sia la paura dell'oblio.Come in un fermo immagine che rimanda ad un silenzio quasi sacro,fissa sulla tela la memoria di lembi di campagna pachinese, trazzere,palmenti,masserie che stanno per perdersi e diventare altro.Davide ritrae casolari di campagna ormai in rovina dove per lungo tempo la vita ha segnato la quotidianità delle persone che vi abitavano e vi lavoravano, e che poi sono andati via per sempre. Condividiamo il modo delicato e silenzioso con cui Davide oppone resistenza alla devastazione del nostro territorio,all'incuria,al disinteresse e anche al disprezzo della bellezza della nostra terra.Il suo lavoro ci dà un senso di appartenenza,di ritrovamento della nostra identità,ci restituisce la memoria e il monito a considerare gioielli da custodire ed amare ciò che il passato ci consegna.

09 novembre, 2007

Pesca e Pescatori nel Siracusano


Presentazione del volume
PESCA E PESCATORI NEL SIRACUSANO
di A. ALIFFI M. MALESANI L. GISSARA
Edito da Syrakosia Consorzio di Associazioni
CONDUCE L’INCONTRO: CORRADO DI PIETRO
RELATORI: GLI AUTORI
Giovedì 22 Novembre - Ore17,30
Sala della Provincia “Costanza Bruno”
Siracusa

07 novembre, 2007

La vera e perfetta letizia

foto E. Rubino


La vera e perfetta letizia è
quando ti dicono che hai ereditato oppure
vinto
una grossa cifra di denaro. No.
Quando sei amato e rispettato dagli uomini
secondo gli umori o gli interessi di costoro.
No.
Quando sei fisicamente forte e in buona salute.
No.
Quando tutti gli avvenimenti giornalieri
soddisfano i tuoi desideri umani. No.
La vera e perfetta letizia è
quando mi alzo la mattina,
sia in una giornata piovosa e tempestosa
o in una solare giornata primaverile
e sento il cinguettio anche di un solo uccello
e tale cinguettio mi fa sentire tranquillo,
sereno e in armonia con il creato
e mi da la gioia di ringraziare Dio
per averci creati:
questa è la vera e perfetta letizia.
A. S. Moscuzza

I Doni e i giochi nella tradizione di Ognissanti

Foto di Nunzio J. Bruno
I Doni e i giochi nella tradizione di Ognissanti
Una Mostra di antichi giocattoli
Museo della civiltà Contadina
Floridia
Da 1 novembre al 1 dicembre 2007
tutti i giorni dalle ore 17,30 alle 20,30.

Sono tanti i musei sorti in questi anni nelle regioni italiane.
Anche Floridia ha il suo, con funzione e finalità di rendere vive e palpitanti le civiltà passate contadina e artigiana della nostra città. La tradizione iblea è riccamente rappresentata dai reperti collezionati ed esposti, che, vogliono essere motivo fondante del Centro Studi e toccare, soprattutto, il cuore e le menti della generazione odierna.
Pertanto, il Museo etno-antropologico realizzerà un percorso di iniziative culturali, che hanno preso il via con “Il dono del pane”, mostra e recital dedicati al ciclo della panificazione, e seguono con una mostra di giocattoli appartenuti ai nonni dei giovani. La mostra sui doni e i giochi nella tradizione di Ognissanti , dal titolo “Antiquus Ludus”, è stata allestita presso la Sala Polifunzionale “A.Uccello” all’interno del museo e resterà aperta dal 1 novembre al 1 dicembre 2007, tutti i giorni, dalle ore 17,30 alle 20,30.
La festa dei morti era legata alla tradizione del dono da parte dei morti, e, ai giovani, ai bambini del 2000 è dedicata questa iniziativa, che tanti ricordi suscita in chi ha più di 40 anni …

Carmencita Bruno

La festa dei morti aveva in Sicilia un aspetto particolare perché era legata ad una gentile tradizione di cui si sta perdendo anche il ricordo, i doni che i morti portavano ai bambini. Nella notte tra il primo e il due novembre passavano per le case entrando dall’orto, si fermavano appena nella stanza “ darreri” e deponevano sulla “buffetta” i regali: per i maschietti il pulcinella con i piattini di latta, il cavalluccio di cartapesta con la base di legno, il piccolo fucile, “a scupittula” e per le femminucce l’immancabile bambola, dalla “pupa” di pezza di quattro soldi alle bambole eleganti col visetto di porcellana e il cappello e il vestito ornati di peluche. In un cesto deponevano i dolciumi: un pugnello di fichi secchi e uno di uva passa, un mucchietto di noci, qualche forma di mostarda; e poi c’erano anche i “pupi” di zucchero che nella “putia d’o Bassu” si cominciavano a confezionare dai primi di ottobre: carabinieri con tanto di baffi, i paladini di Francia, ballerine con le braccia ai fianchi, damigelle col mazzetto di fiori in mano.
I bambini aspettavano con ansia la mattina del due novembre e sbarravano gli occhi incantati davanti a quei piccoli poveri regali dei “murticeddi”che li amavano e li pensavano ancora.
In questi ultimi decenni il progresso ha travolto le vecchie abitudini della nostra civiltà contadina ed ha imposto modelli che ci erano estranei; ora i bambini non aspettano più i doni dei “murticeddi”, ma i costosi regali che Babbo Natale lascia ai piedi dell’albero o la Befana dentro la calza.
La mostra organizzata nel Museo etnografico di Nunzio Bruno vuole ridestare l’incanto di antiche memorie e testimoniare un aspetto della nostra cultura fondata sulla solidità dei legami domestici e sul culto degli affetti familiari.
F. Migneco Frasca

06 novembre, 2007

Circolo ARCI "ISKRA" di Pachino per Davide Napolitano



Negli ultimi quattro anni il nostro circolo ha voluto inserire nelle proprie attività culturali le mostre che Davide ha tenuto a Marzamemi ,in estate,non solo per amicizia ma soprattutto per la condivisione di tematiche trattate nei suoi quadri. Condividiamo il modo delicato e silenzioso con cui Davide oppone resistenza alla devastazione del nostro territorio,all'incuria,al disinteresse e anche al disprezzo della bellezza della nostra terra.Davide, come in un fermo immagine, fissa sulla tela la memoria di lembi di campagna,resti di casolari, palmenti, masserie che stanno per perdersie per diventare altro.

Davide ci piace perchè appassionato della natura e buon conoscitore di piante e animali della nostra zona;strenuo difensore dell'ambiente naturale e del paesaggio,ecologista della prima ora.La sua pittura ci piace perchè in lui il naturalista si confonde con l'artista.Giorno 11 c.m., la sera dell'inaugurazione della mostra, noi ci saremo e , se è possibile , vorremmo dare anche un nostro piccolo contributo.


Santina Caia

05 novembre, 2007

Zippole e Musica

Venerdì 9 Novembre dalle ore 18,30 per i soci e gli amici dell'Associazione Culturale Nuova Galleria Roma, buon vino e zippole con la musica per sognare dei TWONIGHT

Rinascita della Comunità Ebraica a Siracusa


E' rinata a Siracusa la Comunità Ebraica con a capo un Rabino ordinato in Gerusalemme.
Servizio liturgico ogni venerdì un'ora prima del tramonto.
contatti 349.7145080 340.8174734

03 novembre, 2007

Il Nudo nell'Arte



Il Nudo nell'Arte
Galleria Roma
Tema iconografico che attraversa l'intera storia dell'arte coinvolgendo, oltre alla sfera estetica, anche quella culturale in senso lato. Anche se come soggetto artistico autonomo, quasi un genere, il n. si afferma solo nel sec. XVIII nelle accademie di belle arti, la rappresentazione della figura umana nuda è documentata fin dal paleolitico in tutta l'Eurasia. Le Veneri steatopigie (Veneri di Willendorf, Savignano, Lespugue, Laussel) ostentano nell'ipertrofia dei seni e dei glutei la loro femminilità e capacità procreativa assurgendo a simboli di fertilità e a personificazioni della potenza vitale della Grande Madre. In età storica non mancano testimonianze nell'area della cosiddetta Mezzaluna fertile (la sumerica Scena di libagioni, 2500 a.C. da Lagash, e il babilonese bassorilievo della dea Astarte, 2000 a.C.) e in tutto il bacino del Mediterraneo. Anche se il canone egizio escludeva la raffigurazione dell'uomo nudo (la nudità totale era considerata segno di inferiorità sociale e designava i nemici sconfitti), il nudo tuttavia ricorre nella rappresentazione delle divinità legate ai miti cosmogonici e anche in alcune scene di vita quotidiana (ostrakon con Nuotatrice da Deir el Medina) così come a scopo decorativo nei manici degli specchi da toeletta. In Grecia l'importanza attribuita ai giochi ginnici, in cui gli atleti erano soliti gareggiare nudi, legittima una concezione della nudità come esaltazione dell'armonia del corpo: la rappresentazione artistica del corpo nudo ha come scopo essenziale quello di mostrarne le forme e la bellezza, intesa come proporzione delle parti rispetto all'insieme. Dopo ì kouròi della scultura arcaica, statue devozionali di giovani senza vesti, l'atleta nudo diventa il soggetto privilegiato della statuaria del periodo classico, pervasa da un sentimento eroico della nudità (dal Diadumeno di Policleto, colto nell'atto di cingersi il capo con la fascia della vittoria, al Doriforo di Policleto, all'Apoxiomenos di Lisippo che si deterge con lo strigile, ai guerrieri attici noti come bronzi di Riace). Accanto al nudo maschile dal sec. IV a.C. si afferma quello femminile attraverso il tipo della Venere (da quella di Milo eall'Afrodite di Cnido di Prassitele con le varianti delle copie romane) desinato a continue rivisitazioni nella storia dell'arte occidentale. Mentre l'arte etnisca si caratterizza originalmente per l'accentuata stilizzazione del nudo maschile (nei bronzetti rappresentanti il devoto sante o il guerriero armato e nelle filiformi e suggestive Ombre della sera), l'immagine del nudo nell'arte romana riprende in maniera accademica il modello plastico greco specie nelle sue espressioni: più auliche come testimoniano le statue di notabili e dello stesso imperatore nelle quali l'eroicizzazione del personaggio è affidata a una vigorosa nudità (a cominciare dal Principe ellenistico del sec. I a.C); ma accanto alla ritrattistica ufficiali le officine neoattiche attive a Roma producono opere originali come il celebre Torso del Belvedere, il Pugilatore e l'Afrodite Medici.
Tratto da:L'UNIVERSALELa Grande Enciclopedia Tematica

Le illusioni ottiche


LE ILLUSIONI OTTICHE
Gli occhi osservano e il cervello rielabora le immagini. Ma la realtà non è come ci appare, è l'arte dell'illusione ottica a farla apparire reale.Uno dei motivi del fascino delle illusioni ottiche è la loro capacità di aprirci una porta su mondi concepibili eppure assurdi: e allo stesso tempo di ricordarci che non tutto quello che possiamo immaginare o che ci sembra reale lo è necessariamente.
Il Sito della Galleria Roma si è arricchito con un altro tema che da sempre è stato studiato dagli artristi a partire dai greci che per correggere l'illusione ottica, nel Partenone realizzarono i lati del frontone leggermente concavi e non retti, affinché da lontano apparissero retti, la prima e l'ultima delle otto colonne frontali furono collocate un po' più vicine alla seconda e penultima, affinché apparissero tutte a uguale distanza se viste da lontano, e per lo stesso motivo le pareti esterne del tempio furono un po' inclinate verso l'interno .

I Volti della Fede


La fisiognomica dell'anima e della ecclesia d'Occidente e d'Oriente, è oggi visibile in questo magico evento espositivo che mostra, grazie all'occhio, non solo fotografico ma devozionale, di un giovane aretuseo Dario Bottaro, i segni della Fede, di una linea immaginifica tra essere e spiritualità. Non sono i ritratti di passioni umane, anche se suscitano sicuramente un certo fascino emozionale al devoto che crede e sente la presenza del Sacro nell'umano vivere, ma i particolari volti della Fede di Bottaro, segnano i frammenti di una intima narrazione, di martiri che ancora oggi trasmutano la ferocia tragedia della passio in un cammino di pace e umanità.I diafani volti di Lucia. Barbara. Venera e le Madonne con in grembo il loro eucaristico figlio, sono i tratti di una linea temporale che unisce il contemporaneo alla storia della Fede cristiana e cattolica. Gli eventi, in cui l'artista-fotografo ha colto questi particolari ritratti dalle espressioni quasi metafìsiche, evocano una narrazione che si rinnova nel tempo e nei luoghi dello spirito e del martirio. I sereni volti di S. Sebastiano, S. Domenico, S. Michele o del Cristo risorto sono segni di una incorruttibilità dell'anima e della Fede al Padre,che unisce non solo gli uomini, le città e le sue comunità, ma anche le diverse religioni che sicuramente pur con altri eventi e forme esprimono la Fede a un Dio, come segno di pace e aggregazione. Bottaro, con queste immagini devozionali esce dalla routine di una produzione fotografica rivolta all'uomo nella sua estrema espressione corporale, evidenziando nell'essere contemporaneo l'esigenza di un percorso di Fede e un'introspettiva ricerca dell'anima.
Michele Romano

Francesco Trombadori e la Sicilia









Galleria Civica Montevergini

Via S. Lucia alla Badia,1
Siracusa
27 Ottobre16 Dicembre


Il pittore Francesco Trombadori (Siracusa 1886 - Roma 1961), è noto per essere stato un esponente di spicco della prima Scuola Romana, ma è meno noto il suo essere artista di Sicilia, nonostante sia l'unico siciliano ad aver partecipato nel 1926 alla Prima Mostra del Novecento di Margherita Sarfatti a Milano. A più di trenta anni di distanza dalla sua ultima mostra antologica in Sicilia (1976), risulta ancora poco indagato il profondo rapporto del pittore con la natia Ortigia. Un rapporto intimo, mai sbandierato - nel carattere riservato dell'artista - ma profondissimo e significativo, forgiato dall'incontro con la pittura di Antonello da Messina, e con quella di Caravaggio (soprattutto con Il martirio di Santa Lucia, del Museo di Palazzo Bellomo) e temprato negli anni della prima gioventù, passata a stretto contatto con l'elite culturale della belle epoque siracusana. Dopo aver esordito nella mostra allestita nel foyer del Teatro di Siracusa nel 1911, ancora con il nome di Trombatore, l'artista adotta il nome d'arte di Franz Trombadori d'Ortigia, (poi Cino d'Ortigia) pseudonimo con il quale firma anche le iniziali prove come illustratore per le rappresentazioni classiche del Teatro Greco di Siracusa, inaugurate nel 1914. E' questo rapporto privilegiato che la mostra vuole indagare, un rapporto che non si attenua con il nuovo cambiamento di nome nel definitivo Francesco Trombadori, avvenuto alla fine della prima guerra mondiale, ma percorre come un fiume sotterraneo molta parte della sua attività pittorica, che si snoda dal 1911 al 1961, anno della sua scomparsa. In mostra oltre al Ritratto della contessa di Gai leni e a Siracusa mia! - quadri ancora intrisi di divisionismo - sono esposti anche l'Autoritratto (1932), il bellissimo Ritratto della madre con la cattedrale di Siracusa (1942), e i numerosi paesaggi siciliani, degli anni Cinquanta, tra i quali spiccano La fonte Aretusa e la Marina di Siracusa, insieme a diversi quadri inediti. La mostra è corredata da un catalogo antologico con testi critici di Duccio Trombadori, Paolo Giansiracusa e un accurato regesto della nipote Giovanna De Feo, ove si evidenzia il ruolo svolto da Trombadori nel catalizzare le presenze di artisti e intellettuali siciliani o meridionali a Roma, a cominciare dal giovane Renato Guttuso.

Premio di Giornalismo "Vitaliano Brancati"

L’ Associazione Culturale “Vitaliano Brancati”, sorta nel 2004 con l’intento di promuovere la figura e l’opera del noto scrittore siciliano (Pachino 24 luglio 1907 – Torino 25 settembre 1954), ha istituito un Premio Internazionale di Giornalismo intitolato allo stesso scrittore, che fu attento commentatore dei costumi italiani, con i suoi numerosi articoli apparsi sui maggiori giornali italiani. Già la prima edizione svoltasi nel 2005, ha visto premiati quattro noti e importanti nomi del giornalismo: Laura Cannavò, di Canale 5, Lorenzo Del Boca, Presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, Mustafa Nano, il maggiore giornalista albanese, Filippo Cosentino, responsabile RAI 3 – Sicilia. La cerimonia si è svolta a Pachino, paese di origine di Brancati. L’Associazione si propone pertanto di continuare questa esperienza indicendo la seconda edizione del Premio che si svolgerà a Siracusa e a Pachino, al fine di ricordare il centenario della nascita dello scrittore. In questa seconda edizione saranno premiati:Gianni Minoli, giornalista RAI TV - Paola Saluzzi, giornalista e conduttrice di programmi RAI - Franco Siddi, Presidente Federazione Nazionale Stampa Italiana - Younis Tawfik, scrittore e giornalista iracheno.
Nell’ambito del suddetto Premio, è stato indetto anche un Concorso di Giornalismo Giovani “V. Brancati”, dedicato agli alunni delle terze medie di Siracusa, il cui vincitore, scelto da una giuria qualificata, sarà premiato in un’altra serata appositamente organizzata.
La cerimonia di premiazione si terrà nella sala Convegni dell’Hotel Roma di Siracusa, sabato 10 novembre 2007 alle ore 18,30. A conclusione della serata l’Antica Compagnia Opera dei Pupi Famiglia Puglisi di Sortino (SR) rappresenterà “La morte di Orlando” di Corrado Di Pietro, un testo per attori e pupi liberamente tratto da “La chanson de Roland” La serata sarà condotta da Denise SpicugliaIl giorno dopo, domenica 11 novembre alle ore 10,00, i premiati sono attesi a Pachino, nei locali della Pinacoteca Comunale, per un cordiale incontro con il Sindaco, la Giunta Municipale e i Consiglieri Comunali. Inoltre sarà effettuata una visita dei luoghi brancatiani e di alcune aziende agricole per far conoscere agli illustri ospiti le tecniche di produzione e lavorazione del famoso ciliegino di Pachino.

02 novembre, 2007

Maredolcemare




TRIKELES

Concept Storevia Marsala 4 Milano

“MAREDOLCEMARE”

Dipinti intorno al blue diMichele Ciacciofera
11-10 / 16-11-2007
Catalogo ERREPRODUZIONITesti di Ornella Fazzina


Le opere di Michele Ciacciofera sono caratterizzate da uno stile che, facendo assumere al figurativo connotazioni astratte e all’astratto sembianze di figura, si avvale di un’operazione di tipo mentale che ripensa alle immagini attraverso un importante passaggio interiore.La serie dei Mari, per la forza espressiva del colore, fuoriesce dal proprio confine e si affranca dal momento isolato attivando una esperienza la quale, coinvolgendo i sensi, permette di percepire sensazioni ed ampliamenti emozionali; il suo linguaggio pittorico cattura e filtra la luce, il buio, le forme, i colori e parla di storie celate nelle mille pieghe della pittura che acquistano un singolare potere evocativo, immerse in una dimensione temporale sospesa.Il modo in cui si guarda al mondo ha la capacità di cambiarne il senso e così le opere di Michele Ciacciofera ci guidano verso la scoperta e Is esplorazione del mistero delle grandi cose, il mare appunto, che contiene in sé una doppia valenza semantica, di vita e di morte, di musica e rumore, di paura e speranza, di leggerezza e complessità. I suoi dipinti tendono verso pulsazioni emotive date dalle tante sfumature e variazioni cromatiche, dalle varie temperature e odori che emanano, dal silenzio assoluto cha da greve si tramuta in immensi respiri dell’anima, amplificando umori e spessori in una sorta di nudità essenziale della visione sì da favorire riverberi di profonda poesia: poesia fatta di toni e rapporti in consonanza, senza che ciò comporti nient’altro che il colore come unica scrittura che prende forma.Lontano da una rigorosa pittura senza oggetti di stampo metodologico, i soggetti di Ciacciofera creano una osmosi tra l’artista e la sua stessa visione, segnando un processo di identificazione del flusso emotivo con gli strumenti del suo fare arte, il colore e la luce, bloccando le infinite sfumature date magistralmente attraverso pennellate più o meno pregne di materia e permettendo che la pittura narri se stessa ma nel contempo parli ancora del mondo.Difatti i suoi mari sono talvolta chiari e luminosi, talaltra resi cupi e foschi, quale testimonianza di visioni interiori della realtà come scenario dell’esistenza umana, rendendo l’aspetto poetico delle sue opere intriso di sofferenza e di zone d’ombra.
Ornella Fazzina

Davide Napolitano














Davide Napolitano
mostra personale
11-21 Novembre 2007



Conosco Davide Napolitano e lo seguo nella sua evoluzione artistica da numerosi anni, sin del tempo del GRUPPO 6, quando, astro nascente d'una nuova generazione di pittori, già mostrava i segni d'un talento non comune che lo poneva in particolare evidenza e ne lasciava presagire, malgrado la scanzonata apparenza, un cammino di certosina applicazione, di arditi superamenti e di ulteriori conquiste.Talento genuino e portato alla estemporaneità del gesto pittorico, avrebbe via via affinato la sua tecnica e reso inconfondibile il suo stile, pur non tralasciando l'en plein air, quasi costringendosi al ripensamento nello studio, in quella che un tempo era detta "bottega d'arte".Se non vado errato, l'estemporanea di Marzamemi - creatura del grande e un po' negletto maestro Tano Fortuna - fu il suo trampolino di lancio, l'occasione felice che lo fece conoscere ad un pubblico sempre più vasto, e le affermazioni significative da allora non sono mancate.Ma ciò che fa apprezzare Davide Napolitano, e lo fa ricercare dagli amatori d'arte, non è tanto il suo ricco curriculum quanto il valore intrinseco dei suoi quadri, che sono il frutto d'una appassionata ricerca, d'una capacità di " stupore ", d'una intensa emozione dinanzi al fluire e al comporsi dei colori nell'armonia della natura.Le sue tele sono finestre aperte sul mondo, tessere preziose di quel grande policromo mosaico che è il paesaggio di Pachino: dagli ubertosi poggi, dove ancora i vigneti sono le macchie di verde nell'implacabile sole d'agosto, si degrada verso le bionde arene e il cobalto del mare che canta le sue antiche canzoni di vita e di morte.In un cielo così profondo da indurre a pensieri di eternità Davide Napolitano è il cantore di tele meravigliose coi suoi versi colorati che compongono armoniosi sonetti.Mettendo a raffronto le sue tele di un tempo con l'attuale produzione, si nota come il tempo non passa invano quando l'artista è di valore: l'impianto architettonico è più rigoroso; l'equilibrio tonale pur nella varietà dei colori, è assoluto; il taglio della tela con la successione dei piani, è capiente; la mestica è da maestro; la luce inonda il quadro con una luminosità che lo rende vivo e palpitante all'occhio del fruitore.Un tempo noi coniammo, sulla scorta d'una tradizione d'arte e di cultura che parte da lontano e continua negli attuali talenti per un DNA che fa parte di questa terra, l'espressione "Scuola del paesaggio pachinese", individuando nell'eclettico Ettore Costa, il pittore che suscitò l'ammirazione di Annigoni, il capostipite dell'ideale accademia.Ad maiora Davide. Coltiva sempre il tuo talento, non perdere il tuo incantato "stupore", tieni sempre fresca la tua ricca tavolozza. Continua a cantare i tuoi versi colorati e ne inventerai di nuovi, con gli azzurri, i verdi, i gialli, i rossi, i bruni che compongono l'eterna sinfonia di questo nostro angolo di paradiso.E rimani con la tua aria scanzonata di eterno bohemien.



Salvatore Cagliola