15 aprile, 2008

Artan Shabani

“L’opera di Artan Shabani è definita da pennellate corpose, da un ampio respiro che pur avendo origine nella pittura figurativa si afferma come un linguaggio espressivo difficilmente riducibile in semplici definizioni. Nella sua evidente tensione verso una pittura espressionista l’artista vive il colore come mezzo ottimale per ottenere una sensibilità forte, alta; Shabani ricerca la massima potenzialità espressiva dei colori (non a caso spesso primari) valorizzandone il timbro in una gestualità che non scade mai in un turbinare confuso, non perde mai quella coerenza che è una delle maggiori caratteristiche del pittore. In lui il tocco del pennello si fa ampio, la composizione rigorosa nonostante la ricchezza del suo linguaggio.
La capacità di gestire con sapienza la fisicità della materia non viene mai meno in Shabani che non a caso si esprime al suo meglio nelle grandi composizioni dove le tracce corpose del colore si riassumono in composizioni equilibrate ma di grande valenza visionaria.
Ampie, nervose campiture dai forti cromatismi di matrice fauve sono un segno distintivo nelle opere astratte come in quelle più figurative, in cui la materia non si scompone nell’astrattismo ma resta una manifestazione del reale; così gli uomini e i paesaggi di Shabani mantengono un’attenzione al dato emozionale mai erratico ma guidato con una sicurezza che li definisce anche nella loro esasperata energia. Le figure di violoncellisti che caratterizzano alcuni dei suoi dipinti sono altresì un vibrante riferimento alla passione giovanile per la musica che lo portò a suonare violoncello per anni prima di scegliere la pittura come forma espressiva.
Artan Shabani padroneggia sotto il gesto espressionista una capacità compositiva qualitativamente alta e ci guida verso la percezione di una realtà di cui lui dà la misura e la definizione”.

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