07 maggio, 2008

FLOS, LUX


10-20 maggio
FLOS, LUX
L’enigma del fiore e della luce nell’opera di Rosario Fortuna

«E un fiore è negli orti dell'uomo:/sale la delizia del sangue da fili/di porpora a le foglie, batte/nei petali e la corolla/s'apre al verace respiro;/ma si ferisce la mano/che la coglie e gioia e dolore/chiude l'istesso cerchio./Ma qui consumano l'ore/l'erranti clessidre di spuma/e d'aria» (Lucio Piccolo, Terza Esperide).
Auspice Lucio Piccolo barone di Calanovella, poeta-veggente, una delle espressioni poetiche più originali e complesse del Novecento, propiziamo questo percorso nell’”orto” cui Rosario Fortuna ha dato vita con la sua pittura.
Il fiore è una transduzione della solitudine, dello scontro tra visibilità metafisica e contingenza estrema della realtà. Ma Rosario Fortuna proietta tale percorso nella dimensione pittorica, lungo uno sfumato pervadente e onirico, reso struggente dalla brumosa atmosfera di doglianza e da chiarità impalpabili, da quelle imperscrutabili percezioni del colore che, sole, sanno restituirci la realtà e la natura in modo “autre”. E quando il percorso, nella sua inesorabile anabasi, ci inizia alle meraviglie di questo “giardino”, non possiamo non ritrovarci tra i petali della "ninfea" di Ibn Hamdis e i suoi profumi. E’ la pittura di Rosario Fortuna a restituirci questo giardino nella essenzialità del suo disegno biologico, quasi fuor dagli orpelli, condizionato dall’erosiva tempra dei verdi e dall’occhio candido del fiore navigante, in triste oscillazione, sulle acque della memoria e della visione interiore.
L’artista seduce e blandisce con le sue cromie, con i suoi impasti di luce e di colore, con le sue forme sinuose ed avvolgenti. Sembra spingerci nel gioco inarrestabile e trascinatore della visione, della contemplazione attiva del paesaggio, entrando nel ritmo intimo delle cose, nella vastità interagente della realtà naturale, nelle recettive scansioni della dimensione evocativa che promana da ogni evocazione floreale. Costruisce, lentamente, un percorso poetico-pittorico, che ci trascina in una dimensione ripida e coinvolgente. Disordine e trasformazione delle forme – evocate, quasi, dai versi del veggente Piccolo – che si condensano e riposano, con ampia rapidità espressiva, nell’incanto della visione che Fortuna propizia al nostro sguardo.
Cromie sognanti e voluttuose segnano questa ancestrale enciclopedia floreale, in tutta la loro fascinazione, in un travaso d’impressioni pigmentarie ove la lezione figurativa, assunta con vezzeggiati rimandi, si fa cocente di germinazioni, trasportate dai venti del corpo pittorico, votata dai mantelli del giallo, del verde e del rosso – nella declinazione infinita delle loro timbrature - approdata, senza forzature, nelle pieghe di una letterarietà di capace suggestione lirica ed emozionale.
In questo percorso, Rosario Fortuna riesce a cogliere l’intimità del fiore, quel fluire di toni, colori, chiarità, profumi e, allo stesso tempo, oscuri, profondi, carsici, inquietanti, volitivi, colmi di lirica pregnanza: «E s’aprono i fiori notturni…».
La condizione, diremmo storica e mitografica della mediterraneità, sembra sostanziarsi in questa esposizione di Rosario Fortuna, nella levità di un raggio, affiorato dalla perizia emotiva dell’artista, pervaso da metafisiche pennellature, e che si attesta, all’unisono, nella dimensione della visione e della parola, che celebrano un universo magico, colto in arcane e commosse partecipazioni alla visione, filtrate negli elementi essenziali della terra e dell’anima, del cielo e della corporea naturalità.
Con “Flos, Lux…” Rosario Fortuna tesse la sua poetica del paesaggio interiore, simbolico, mitopoietico, percorso da un impressionismo toccante, modellato nella intensa cromia delle timbrature siciliane, che si coagulano nella filtrata luce racchiusa nello scrigno della storia, di un luogo.
L’esperienza artistica di Rosario Fortuna si proietta, sicché, nello scenario dilatato d’una fantasia sempre riconquistata, nella ricerca d’una rasserenante sponda di riflessione, d’una calma contemplativa ed esistenziale. Forse irraggiungibili.
Salvo Sequenzia

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