18 maggio, 2008

La tenerezza di Peitho



La tenerezza di Peitho
mostra personale di Tomie Nomya
24 maggio 3 giugno 2008

Le linee e i colori delle tele di Tomie sanno interpellare gli astanti e rivelare il loro mondo. Ma quale mondo? Quello pregno di tenerezza, di grazia. Eh, sì! Al modo di Peitho, Persuasione, collaborata da Afrodite, Bellezza carica di Grazia, e da Atena, la dea vergine che mira all’ordine razionale, l’Artista intende offrire la “grazia ordinata” della Natura, i cui aspetti propositivi mirano al movimento, ma anche alla stabilità. Un percorso vitale, in eterno fieri, ma che si consolida nel raggiungimento della domus, della patria, luogo di stabilità, di completezza, ove termina l’iter non particolarmente faticoso. E allora il verde allude alla speranza, che non è illusione quale categoria negativa( così Esiodo quando nel vaso di Pandora lasciò in fondo, tra tutti i mali, la speranza ); per Tomie la speranza è la greca elpìs, la luce illuminante che fomenta le energie psichiche ed offre certezza alle finalità.E le scarpette, adagiate in un canto, non simboleggiano la fatica della ricerca, esprimono con rigore la quotidianità della vita, che regola l’uomo e la specie, che misura i legami, che vigila sulla famiglia( il padre e i figli) e che suggerisce il “nulla di troppo”.Le facce tonde e sorridenti, ove la luce parla di vita degna di essere vissuta, i campi fertili, il lago, le case composte e non tragicamente tormentate, immettono in un luogo-non luogo, in un’isola beata che sicuramente esiste nella realtà( la Nostra è nostalgica del futuro) ma che l’uomo”qualunque” difficilmente saprebbe reperire, particolarmente oggi.E mi emoziono al pensiero della sua mano che ha ubbidito ad un’animo fragile e che ha attraversato le barriere dello spazio e del tempo. Emoziona - nell’oggi carico di divina indifferenza, di passioni spente, di anestetizzazione - una persona leggera leggera, carica di divino entusiasmòs, la quale sa rappresentare immagini salvifiche: c’è un lago conclusus; c’è un vecchio che sosta e ascolta il canto degli uccelli e osserva giochi puerili. E chi è il senex se non colui che con spirito da puer volge lo “sguardo” sugli eventi da lui esperiti?. Il messaggio di Tomie arriva. “Il vecchio forse non può dire nulla. Ma la sua vecchiaia indica. Il vecchio è colui nel quale la vita è finita. Ma quale vita? La vita funzionale, la vita dei ruoli, la vita che passa attraverso il “permesso” di vivere concesso dalla società a certi patti. Ma è dopo tutto questo che resta la vita, la bellezza del vivere per nessuno scopo. Del vivere per vivere”, così scrive il filosofo Manlio Sgalambro. E i quadri dell’Artista, creando relazione, suscitando emozioni, stimolando riflessioni, suggeriscono il “mistero”della vita, mentre la sua arte, proprio perché esercitata da un animo nobile, diventa passaporto di salvazione. Grazie Tomie.

Lucia Arsì

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