07 novembre, 2007

I Doni e i giochi nella tradizione di Ognissanti

Foto di Nunzio J. Bruno
I Doni e i giochi nella tradizione di Ognissanti
Una Mostra di antichi giocattoli
Museo della civiltà Contadina
Floridia
Da 1 novembre al 1 dicembre 2007
tutti i giorni dalle ore 17,30 alle 20,30.

Sono tanti i musei sorti in questi anni nelle regioni italiane.
Anche Floridia ha il suo, con funzione e finalità di rendere vive e palpitanti le civiltà passate contadina e artigiana della nostra città. La tradizione iblea è riccamente rappresentata dai reperti collezionati ed esposti, che, vogliono essere motivo fondante del Centro Studi e toccare, soprattutto, il cuore e le menti della generazione odierna.
Pertanto, il Museo etno-antropologico realizzerà un percorso di iniziative culturali, che hanno preso il via con “Il dono del pane”, mostra e recital dedicati al ciclo della panificazione, e seguono con una mostra di giocattoli appartenuti ai nonni dei giovani. La mostra sui doni e i giochi nella tradizione di Ognissanti , dal titolo “Antiquus Ludus”, è stata allestita presso la Sala Polifunzionale “A.Uccello” all’interno del museo e resterà aperta dal 1 novembre al 1 dicembre 2007, tutti i giorni, dalle ore 17,30 alle 20,30.
La festa dei morti era legata alla tradizione del dono da parte dei morti, e, ai giovani, ai bambini del 2000 è dedicata questa iniziativa, che tanti ricordi suscita in chi ha più di 40 anni …

Carmencita Bruno

La festa dei morti aveva in Sicilia un aspetto particolare perché era legata ad una gentile tradizione di cui si sta perdendo anche il ricordo, i doni che i morti portavano ai bambini. Nella notte tra il primo e il due novembre passavano per le case entrando dall’orto, si fermavano appena nella stanza “ darreri” e deponevano sulla “buffetta” i regali: per i maschietti il pulcinella con i piattini di latta, il cavalluccio di cartapesta con la base di legno, il piccolo fucile, “a scupittula” e per le femminucce l’immancabile bambola, dalla “pupa” di pezza di quattro soldi alle bambole eleganti col visetto di porcellana e il cappello e il vestito ornati di peluche. In un cesto deponevano i dolciumi: un pugnello di fichi secchi e uno di uva passa, un mucchietto di noci, qualche forma di mostarda; e poi c’erano anche i “pupi” di zucchero che nella “putia d’o Bassu” si cominciavano a confezionare dai primi di ottobre: carabinieri con tanto di baffi, i paladini di Francia, ballerine con le braccia ai fianchi, damigelle col mazzetto di fiori in mano.
I bambini aspettavano con ansia la mattina del due novembre e sbarravano gli occhi incantati davanti a quei piccoli poveri regali dei “murticeddi”che li amavano e li pensavano ancora.
In questi ultimi decenni il progresso ha travolto le vecchie abitudini della nostra civiltà contadina ed ha imposto modelli che ci erano estranei; ora i bambini non aspettano più i doni dei “murticeddi”, ma i costosi regali che Babbo Natale lascia ai piedi dell’albero o la Befana dentro la calza.
La mostra organizzata nel Museo etnografico di Nunzio Bruno vuole ridestare l’incanto di antiche memorie e testimoniare un aspetto della nostra cultura fondata sulla solidità dei legami domestici e sul culto degli affetti familiari.
F. Migneco Frasca

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