23 novembre, 2007

Gianfranco Bevilacqua






















Gianfranco Bevilacqua

Le morbide figure di Gianfranco Bevilacqua
Gli scultori amano sfidare lo spazio; a volte lo chiudono dentro le forme e a volte lo allontanano, altre volte ancora lo spingono dentro i corpi fino a imprimere dinamismo alla materia. In ogni caso si dice che la scultura sia essenzialmente una forma chiusa o aperta nello spazio o, se preferite, uno spazio tagliato dalla materia.Gianfranco Bevilacqua conosce bene questo giuoco di vuoti e di pieni e imprime alle sue sculture una flessuosità e una morbidezza di linee che ci riportano da un lato alla scultura classica e dall’altro al dinamismo della concezione futurista.I corpi in movimento, le membra protese al cielo, i corpi allungati e vuoti, le vesti che si aprono in larghe pieghe che modellano le forme, tutto è mosso dall’aria che entra in queste sculture e pare che uno spirito creatore, soffio vento turbine, dia vita all’informe materia che si fa figura fluttuante nello spazio.Sono figure in creta monocroma, da 50 a 60 centimetri di altezza, di un marrone caldo, colore della terra, di una serena eleganza, belle da vedersi e da girare da tutte le parti. Sono generalmente corpi femminili, forse perché i nudi e i seminudi femminili meglio si prestano alla rappresentazione della linea morbida e flessuosa; e sono anche sculture originali, nuove nel panorama dell’arte della creta che siamo abituati a vedere.....
Corrado Di Pietro

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